Al Talvera il popolo dei 20 mila

Bolzano. Tappeti elastici e nastri, tatami nel bel mezzo dei prati, scacchiere, danza del ventre sulla passeggiata e soprattutto circa 20 mila tra sportivi e amanti dell’attività fisica in tutte le...


Sara Martinello


Bolzano. Tappeti elastici e nastri, tatami nel bel mezzo dei prati, scacchiere, danza del ventre sulla passeggiata e soprattutto circa 20 mila tra sportivi e amanti dell’attività fisica in tutte le sue forme. E le famiglie: chi spingeva il passeggino tra le dimostrazioni dei volontari, chi scattava foto ai figli impegnati nelle prove messe a punto dalle associazioni, chi passava da uno stand all’altro alla ricerca di nuove attività da praticare. Sono stati gli occhi pieni di meraviglia del popolo del Talvera a siglare la giornata conclusiva di Sport festival, ieri, sotto un sole più che benevolo.

Sono andate avanti tutto il giorno, le dimostrazioni che ogni associazione proponeva lungo la passeggiata, coi bambini in fila per provare a centrare il canestro, per mettere alla prova inesplorate capacità da cronometristi, per scoprire i primi segreti di arti marziali antiche e venute da lontano. «Il judo sta prendendo sempre piede sempre di più. Diciamo che a Bolzano si è sentita a lungo l’onda di Ylenia Scapin. Oggi abbiamo valide palestre e altrettanto validi atleti, anche grazie a una maggiore severità nella regolamentazione dell’approccio all’avversario», dichiara David Gebhardi, cintura nera e un passato nell’agonismo, temibile pure se il tatami della Judo Kwai sono allestiti sugli amatissimi e pacifici prati del Talvera. Giulia Grano invece del suo sport del cuore apprezza il senso di libertà, la possibilità di dare uno sfogo. Ha dodici anni, da sei è nel Basket Rosa, la squadra nata esplicitamente per accogliere bambine e ragazze. Per loro, postazione d’onore all’altezza dell’incrocio con la ciclabile. Fanno gruppo, scherzano tra di loro, guardano con ammirazione Mara Invernizzi. «Mi piacerebbe giocare “in alto” – prosegue Giulia –. Intanto cerco di crescere. Con gli istruttori abbiamo un ottimo rapporto, ci sostengono. Alla fine siamo una grande famiglia».

Non sono pochi i bolzanini che trovano riparo dai raggi del mezzogiorno sotto il gazebo di Arciscacchi, tra il Bolzano Nuoto e l’Fc Südtirol. I bambini si avvicinano per provare quest’attività “da adulti”, e chi ha qualche decina d’anni in più si siede davanti alla scacchiera per rispolverare il piacere della sfida intellettuale. Regista è Antonio Brandolese, istruttore Coni e Uisp: «Lavoriamo molto nei parchi, nelle scuole elementari e medie e in progetti comuni con altre associazioni. Contiamo una quarantina di agonisti e circa 70 tesserati, però poi in occasioni come questa sono parecchie le persone che si avvicinano per una partita o per imparare qualche segreto. E abbiamo un campionato provinciale invidiatissimo: riusciamo a coinvolgere fino a 400 giocatori alla volta». Ma non si pensi che gli scacchi non si possano assimilare a sport più “movimentati”. «C’è una parte di preparazione fisica», avverte Brandolese. E chi volesse affiancare alla pratica sportiva il normale studio universitario o scolastico? «Estendere questa possibilità a più scuole sarebbe stupendo. Insomma, qui a Bolzano chi voglia perseguire una carriera nell’agonismo ha poca scelta». A parlare è la 21enne Giorgia Battisti, prossima alla laurea in psicologia. Negli Usa, però. «Ho passato tre anni in America, a giocare con la squadra del college, con l’opportunità di studiare al tempo stesso e con la certezza di una compagnia “sana”». «Incentivare i ragazzi a fare sport serve anche a questo – interviene l’assessore allo sport Angelo Gennaccaro –. È nella mentalità italiana relegarlo ad attività accessoria, quando invece chi lo pratica impara a mantenere la concentrazione, ad avere la forza di dare un ritmo a tutto ciò che fa. E chi fa sport si circonda di compagnie “sane”, come dice Giorgia, tenendosi lontano da distrazioni che purtroppo possono diventare drammatiche per la persona e per la famiglia. Oggi al Talvera raccontiamo questo, raccontiamo una città che sa essere unita nel divertimento».













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