Alcol e pasticche, la notte in discoteca

Locali strapieni a Bolzano e dintorni con minori ubriachi sui muretti. Ambulanze per chi esagera e perde il controllo


di Alan Conti


BOLZANO. Le premesse sono due: a Bolzano non esiste niente di paragonabile al «Cocoricò» (il locale di Riccione chiuso dopo la morte di un ragazzo per ecstasy e di ieri la notizia di un ragazzo di 19 anni morto all’uscita di una discoteca nel leccese dopo aver bevuto qualcosa) e i teenager che passano la notte in discoteca e sanno qual è il limite tra divertimento e sfinimento sono la maggioranza.

Detto questo, in una notte passata in cinque locali (Life, Okay, Manà, Apres, Baila) con una tappa due giorni prima al Salewa Bivac si può trovare di tutto e anche facilmente. L’alcol? A fiumi. La droga? Servono al massimo cinque domande. La violenza? Le piccole risse aumentano con il passare delle ore. Il sesso? Piuttosto disinvolto.

Al Life l’età media è sicuramente più alta rispetto all’Apres e nessuno in città si sogna di andare a ballare in «dirndl» come avviene tranquillamente in provincia. Ogni posto ha il suo target e le sue regole, anche nei controlli sugli alcolici serviti ai minori o a chi è palesemente alticcio. Nella terrazza di via Marie Curie i minori non entrano e il controllo dei documenti all’entrata è rigoroso (nonostante qualche ragazzino tenti, senza successo, di ammansire i responsabili per entrare anche con 50 euro), ma in tutti gli altri locali non esiste oppure le verifiche sono solo a campione. Nessuno chiede nulla nemmeno al bancone e, tra le decine di adolescenti presenti di sicuro ce ne sono diversi che non hanno ancora raggiunto la maggiore età. In ogni caso i ragazzi non si fanno particolari problemi perché in alcune piste l’alcol arriva direttamente da casa: le lattine viaggiano negli zainetti. All’Apres una giovane balla con una bottiglia di “Absolut Vodka” in mano. Inevitabile che con questa leggerezza la nottata possa finire seduti su un marciapiede con la testa tra le mani.

A qualcuno va peggio: l’ambulanza, per esempio, arriva al Manà a soccorrere un ragazzo con un malore per aver bevuto troppo ancora prima di entrare a ballare.

Il sistema per arrivare alla droga è molto più rapido: si chiede e ti indicano la strada più breve. «Cosa ti serve?» o «Cosa vuoi?». «Fumo, pasticche, chimiche liquide». Niente cocaina, almeno al primo approccio. Dove se la passano i ragazzi? Nei bagni, in pista (gli spazi sono strettissimi e il contatto è continuo), ma qualcuno lo fa anche baciandosi. Il consumo è più rilassato, specie se si tratta di una canna fuori dal locale.

L’alcol e le droghe fanno saltare alcuni freni inibitori. Ci si arrabbia e ci si lascia andare più facilmente. Le mani alzate per uno sguardo sbagliato sono piuttosto frequenti. E i protagonisti sono quasi tutti maschi.

I buttafuori, che potrebbero solo contenere la foga dei litiganti, spesso non vanno per il sottile e caricano i contendenti mettendoli alla porta. Il gioco della seduzione, invece, in pista è molto rapido. L’approccio da balera dell’uomo che invita romanticamente a fare un ballo è andato in naftalina da tempo. Le ragazze non ci pensano due volte, se vogliono, a prenderti la mano e invitarti a ballare. I ragazzi certo non si tirano indietro. Tutto succede, a volte, anche in pochi minuti. Anche se si tratta di minorenni. Qualche rapporto viene consumato in bagno, ma anche i meleti che costeggiano il Salewa sono uno dei posti più gettonati, complice un’estate davvero torrida.

I controlli? Polizia e carabinieri si vedono, anche se non possono essere ovunque. Le discoteche hanno l’aria di essere delle zone franche (il divieto di fumo all’Okay, per esempio, è mera teoria), nelle quali i ragazzi (anche i giovanissimi) sanno come fare per sfuggire alle regole. La differenza sta solo nell’approccio alla serata. L’impressione è che i giovani che si divertono senza annullarsi siano la maggioranza. Farne parte è possibile. L’importante è non farsi trascinare da chi, purtroppo, cerca solo lo sballo.

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