Alcol e sballo, 3 soluzioni per salvare Piazza Erbe 

Movida sotto accusa. Concordato in maggioranza il divieto di servire all’aperto dopo le 24 Allo studio con le categorie interventi sulla vendita nei supermercati e il divieto di bere in piazza


paolo campostrini


BOLZANO. Piazza Erbe è il target, l'obiettivo da cui il Comune non toglie il mirino. E le strategie sono tre, una concordata politicamente (ieri, anche in maggioranza) e due opzioni intensamente valutate da discutere con le parti sociali. Una di queste ultime, in particolare, costituisce una novità che il vicesindaco Baur sta studiando da qualche giorno anche nei suoi risvolti amministrativi: la possibilità di estendere l'ordinanza del divieto di bere bevande alcoliche in alcuni luoghi sensibili (vicinanze di scuole e asili, parchi frequentati da famiglie) anche in piazza. In questo modo si eviterebbe il rischio che i ragazzi possano acquistare i superalcolici nei supermercati e poi portarli, ad esempio, tra i banchi del pesce come hanno testimoniato le immagini riprese dai passanti poco dopo l'alba di domenica. «Perché la nostra volontà è evitare che il degrado si impossessi di piazza Erbe - chiarisce Christoph Baur -, rischiando che il contesto sociale degli abitanti di quel luogo storico possa mutare. L'alcol e la lotta al suo abuso è una conseguenza...».

1) Divieti dopo la mezzanotte.

Ecco, dunque le strategie: ieri in maggioranza è stata definita una prima cornice di intervento: divieto di servire alcolici all'esterno dei locali dopo le 24 e ritiro dei tavolini, i gestori potranno farlo solo all'interno: «E ora incontriamo le categorie, Confesercenti e Unione», dicono sindaco e vice.

2) Superalcolici nei supermaket.

Valutazione in atto della proposta, giunta a suo tempo da Pietro Perez dell'Unione Commercio, di “filtrare” la vendita di superalcolici nei supermercati con due criteri: la distanza dai luoghi dello sballo degli esercizi e l'eventuale orario di inizio divieto (intorno alle 18). «È una opzione che mi è stata sottoposta e che sto valutando con attenzione. Certo, dovrà essere gestita insieme alle categorie e ai vertici dei supermercati - insiste Caramaschi - perché occorre essere certi di poterla applicare senza rischio di ricorsi».

3)Divieto di bere in piazza dopo la mezzanotte.

Estensione dei divieti di consumo di alcolici in alcuni luoghi pubblici: piazza Erbe potrebbe essere inserita all'interno di una ordinanza che regola l'assunzione di queste bevande in luoghi sensibili, riguardo l'età dei frequentatori o l'ambito sociale. «Guardo a questa opzione con un certo interesse - conferma il vicesindaco - anche se mi è chiaro che si dovrebbero modificare le attuali ordinanze. Il divieto di consumo all'esterno sarebbe così complementare a quello che riguarda gli osti per la mescita fuori dai locali: dovrebbe cioè anche questo scattare dopo le 24». Per Baur si tratta in sostanza di attivare una serie di risposte, senza limitarsi al semplice divieto che riguarda i locali della piazza. La possibilità di aggirarlo, o comprando preventivamente le bevande nei supermercati, oppure portando le stesse appena acquistate nei bar ad esempio nella zona dei banchi del pesce, è la molla che sta facendo emergere queste nuove strategie d'attacco. «Al centro- insiste - è la nostra volontà di preservare piazza Erbe. Ora c'è la possibilità normativa di vietare la vendita dopo la mezzanotte all'esterno, domani forse individueremo le norme possibili per estendere anche l'ordinanza di bere comunque». Come pure l'eventualità di proibire la vendita ai supermercati nel raggio di alcune centinaia di metri. «Quello che mi preme dire - chiarisce Baur - è che qui non si vuole muovere guerra all'alcol. Ci occupiamo solo della città. Quella piazza è bellissima ma il modo con cui ora la si frequenta di notte, il fatto che spesso si beva molto e che il rumore non faccia dormire la gente che vi abita fino alle due di notte ne fa una emergenza urbana. Mi interessa impedire che questa emergenza sfoci nell'abbandono. Se servono ordinanze, le faremo». E magari si cambieranno quelle esistenti. Ma senza danneggiare chi vi lavora: «Per questo, dopo aver concordato questo primo passo sul divieto orario in maggioranza - conclude Caramaschi - vogliamo incontrare le categorie».













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