«Alcoltest ai miei figli di nove anni»
Vigili intervenuti per uno scontro sulla ciclabile. Piras: «È la norma»
MERANO. Due fratelli gemelli di 9 anni pedalano verso casa. In corrispondenza di una strettoia della ciclabile entrano in contatto con un turista austriaco, i tre cadono a terra, intervengono i vigili urbani che, stando al padre, avrebbero sottoposto i minori all'alcoltest. I due gemelli stanno facendo rientro da un allenamento ciclistico, l'allenatore li ha appena lasciati pedalare verso casa, come al tempine di ogni seduta: tutta pista ciclabile fino davanti al portone. Ma l'imprevedibile, sotto forma di un ciclista austriaco, è dietro l'angolo.
In corrispondenza di una strettoia i tre vengono a contatto e finiscono a terra. La peggio capita ad uno dei due gemelli che riporta un trauma cranico. Interviene la Croce bianca, arrivano anche i vigili urbani. Fin qui tutto regolare. È a questo punto, stando a quanto riferito dal padre, che la polizia municipale avrebbe sottoposto i due giovani al test alcolemico.
«I figli mi hanno riferito di essere stati spinti a soffiare in uno strumento, una cosa inconcepibile per due ragazzini di quell'età e soprattutto irregolare in assenza dei genitori - sostiene il padre - il giorno successivo mi sono recato al comando per chiedere spiegazioni e mi è stato risposto che effettivamente il test avrebbe potuto essere evitato».
«La cosa più preoccupante - aggiunge il genitore - è che spingendolo a soffiare, è stato fatto fare uno sforzo ad un bimbo con trauma cranico, e se avesse avuto una emorragia cerebrale...». Il comandante Fabrizio Piras, interpellato in proposito, non nega l'episodio, ma lo ridimensiona. «Intanto non si tratta del classico "palloncino" ma di un pre-test previsto dalla legge per tutte le persone coinvolte in incidenti stradali - spiega - non è necessario soffiare ma è sufficiente alitare, una pratica non invasiva effettuabile anche in assenza dei genitori, quindi, tutto regolare».
Sulla regolarità nutrono seri dubbi gli addetti ai lavori, in primo luogo perché i giovani sotto i 14 anni - riferiscono - non sono imputabili e quindi quell'esame non ha senso, in secondo luogo perché - ribadiscono - ogni test su minori, soprattutto se di quell'età, va sempre e comunque eseguito alla presenza dei genitori. Abuso illegale? Eccessiva solerzia dell'agente intervenuto? Procedura regolare? Ora che il fatto è diventato di dominio pubblico una risposta ufficiale dovrà necessariamente arrivare da chi di dovere. Lo chiedono i genitori dei ragazzini in questione, lo chiedono gli allenatori della squadra ciclistica nella quale militano i due gemellini e, non ultimi, lo chiedono idealmente tutti i ciclisti quotidianamente in pista.
© RIPRODUZIONE RISERVATA