Alfano: «Tuteleremo i nostri concittadini» 

Il ministro degli Esteri: «Discussione molto delicata». Bressa: «Propaganda» Reazione dura del Pd: qui si rischia di avere altoatesini di serie A e di serie B


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Doppio passaporto, il caso è subito nazionale, ma dai vertici del governo sono arrivate ieri nel complesso prese di posizioni blande. Tace il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano consegna un commento di poche righe, mentre domenica il suo sottosegretario Della Vedova aveva denunciato l’azione unilaterale di Vienna («pugno di ferro etnonazionalista») e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani aveva lanciato il suo «no ai nazionalismi». All’interno del governo, severa è la presa di posizione del sottosegretario Gianclaudio Bressa. Quanto al Pd locale, la reazione è durissima. E allarme rosso viene lanciato dalla destra italiana. Michaela Biancofiore (Forza Italia) ribadisce: «Il governo non può arrabbiarsi, perché è palese che sta concedendo l’ennesimo favore alla Svp». Indignato il sindaco Renzo Caramaschi: «Inconcepibile che si voglia tornare indietro, alzando barriere».

ALFANO DA PECHINO. Così il ministro Alfano, in missione in Cina, ha risposto a una domanda sul doppio passaporto italo-austriaco per sudtirolesi e ladini: «Sarà una discussione da affrontare con grande delicatezza. Il governo (austriaco, ndr) si è appena insediato e ne parleremo nei termini che sono assolutamente più coerenti con la nostra storia e con la tutela di quelle nostre popolazioni e di quei nostri concittadini, che hanno sempre avuto una posizione molto chiara in merito». Prudente anche il viceministro agli Esteri Mario Giro: «È una vecchia storia, di cui si parla da decenni, ma sempre come rivendicazione simbolica. Una cosa sono i proclami, un'altra i fatti. Non credo che questo caso faccia differenza».

LA CHIUSURA DI BRESSA . Come sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa è direttamente coinvolto. «Sminuire il senso e il cammino della storia rischia solo di farci perdere nel labirinto del nazionalismo populista, ahimè risorgente in questo tempo in Europa», commenta (il suo intervento in prima pagina), «Un conto è la propaganda, un altro la cultura politica-istituzionale».

LA RABBIA DEL PD. Non si contano le prese di posizione del Pd. Il segretario Alessandro Huber e l’assessore Christian Tommasini firmano una nota: «Le voci e notizie innescate dal nuovo governo austriaco partono da un presupposto errato, cioè che si possa pensare a cittadini italiani di serie “a” e di serie “b”, da dividere sulla base di una presunta “linea di sangue” che ci ricorda pericolosi spettri del passato». E ancora: «Il nostro territorio, esempio di convivenza e autonomia, non può essere trascinato in pericolose derive nazionalistiche». Uwe Staffler parla di «bomba a orologeria». L’ex segretaria Liliana Di Fede avverte: «Attenti a scherzare col fuoco».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità