Alimentari: in città l’aumento è del 5,1%

Rispetto a un anno fa la stangata riguarda verdura fresca (+25,6%), patate (+11%), frutta (+9%), sale e spezie (+7,3%)


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Negli ultimi dodici mesi a Bolzano l’aumento dei prezzi al consumo è stato del 3,3%, percentuale che come spesso accade supera la media nazionale (2,2%), ma a colpire maggiormente è l’incremento nel settore degli alimentari, che in un anno è stato del 5,1%. La variazione, solo nell’ultimo mese, è stata invece dell’1,7%. Ma l’impennata dei prezzi non riguarda solamente il cibo e le bevande analcoliche. Sono cresciuti del 5% (un decimo di punto in meno) anche casa, acqua, energia e combustibili, mentre poco più sotto in questa classifica ci sono abbigliamento e calzature (+3,8%), trasporti (+3,2%) e servizi ricettivi e ristorazione (+3,9%).

Gennaio. Nell’ultimo mese nel capoluogo l’indice generale dei prezzi al consumo («Nic», con i tabacchi) è salito dello 0,6% rispetto al dicembre 2012. Ma il confronto, decisamente più significativo, è con il mese di gennaio del 2012 e in questo caso la «stangata» per i consumatori è stata mediamente del 3,3% (il mese scorso la crescita, sempre su base annua, dei prezzi al consumo era stata del 3,2%). Il maggior aumento congiunturale (cioè rispetto al mese precedente) è stato registrato nel comparto dei servizi sanitari e delle spese per la salute (+1,8%), seguito a ruota dai prodotti alimentari e dalle bevande analcoliche (+1,7%), dai “beni e servizi vari” (+1,2%) e dai settori “abitazione, acqua, energia e combustibili” e servizi ricettivi e ristorazione (cresciuti entrambi dello 0,7%). Invariato, rispetto allo scorso dicembre, il comparto delle attività ricreative, dello spettacolo e della cultura mentre sono in calo i trasporti (-0,8%).

Negli ultimi 12 mesi. È decisamente più interessante l’analisi sulle variazioni tendenziali per settore, ovvero rispetto allo stesso periodo del 2012. Questi dati ci fanno capire, infatti, di quanto è aumentato il costo della vità in città. A ciascun comparto è stato attribuito un diverso peso specifico ai fini della ponderazione. I servizi ricettivi e la ristorazione “pesano” ad esempio per il 28,5%, i trasporti per l’11%, alimentari e bevande analcoliche per il 10,5% e via dicendo fino all’istruzione, che nel nostro paniere non incide nemmeno per l’uno per cento. Anche nello stesso settore ci sono prodotti che sono aumentati o diminuiti di prezzo.

Alimentari. Tra gli alimentari nell’ultimo anno sono cresciuti i prezzi della verdura fresca (+25,6%), delle patate (+11%), della frutta fresca e della frutta secca (+9%), delle uova (+8,8%) ma anche di sale, specie ed erbe aromatiche (+7,3%) e patatine fritte (+7%). Ci sono anche prodotti, peraltro, che sono diminuiti: dal latte conservato (-2,3%) ai cereali per la colazione (-1,2%), dal pesce ai frutti di mare (-0,2%).

Alcolici e tabacchi. Anche in questo caso le cose - in un anno - sono cambiate, ma non in modo così radicale. Il prezzo dei vini, ad esempio, è salito del 4,5%, quello dei tabacchi del 2,7%, mentre il prezzo medio della birra è aumentato “solo” del 2,4% e quello degli alcolici dello 0,6%.

Abbigliamento e calzature. In questo comparto gli articoli ad essere aumentati di più sono le scarpe per neonati e bambini, salite addirittura del 9,6%. Gli indumenti per bambini sono aumentati del 7 per cento, le calzature per donna del 6,4%, il servizio lavanderia del 6,1%, la riparazione degli abiti del 5,9% e la riparazione delle calzature del 5 per cento. In questo comparto nessun articolo costa meno rispetto a dodici mesi fa.

Casa, acqua, energia. L’incremento medio del comparto, che comprende anche i combustibili, è stato del 5% ma ci sono singole voci che hanno registrato incrementi ben più significativi. Il riferimento è all’energia elettrica (+11,3%), alle prestazioni degli elettricisti (+11%), alle spese condominiali (+8,9%) ma anche al gas (+8%). Anche in questo settore non si sono registrate riduzioni di alcun tipo.

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