Alimenti per i poveri, la raccolta supera i bisogni

Nella prima metà del 2016 immagazzinati 33 mila chilogrammi di prodotti freschi Un terzo in più del 2015, ma le persone servite sono calate da 1.872 a 1.749


di Giuseppe Rossi


MERANO. Sei anni fa, prima che iniziasse il servizio di raccolta, gli scarti alimentari o la merce invenduta sugli scaffali dei supermercato in procinto di scadere finivano nelle immondizie, ora siamo arrivati al paradosso che di quella merce ne viene raccolta talmente tanta che non bastano le associazioni caritatevoli per smaltirla tutta. Questa è la fotografia che emerge dalla relazione sul secondo trimestre 2016 di Siticibo, l'organizzazione figlia del Banco alimentare, che nel Burgraviato raccoglie i prodotti non più vendibili per ridistribuirli alle mense sociali e ai poveri attraverso le associazioni impegnate nel sociale.

Nei mesi da aprile a giugno Siticibo ha battuto un altro record: 16.825 kg di alimentari freschi e deperibili sono stati sottratti dalla poco decorsa fine che li attendeva nei cassonetti delle immondizie per finire invece nelle mense e sulle tavole di famiglie bisognose. Il boom della raccolta è una soddisfazione, in particolare per persone come Walter Taranto, consigliere comunale meranese e dal 2010 al 2015 assessore del Burgraviato, che si è battuto per far partire l'iniziativa e tutt'oggi la segue con delega apposita del presidente Alois Kröll.

Rispetto agli 11 mila chili di alimentari freschi redistribuiti nel 2011 siamo arrivati ora, nel primo semestre 2016, a toccare quota 33 mila, il triplo. Rispetto al primo semestre 2015 la raccolta 2016 è aumentata in termini di chili del 32%. In sei anni sono stati raccolti 205 mila chili di alimentari per un controvalore di 1,12 milioni di euro che hanno aiutato persone in difficoltà. Il contrario dello spreco, per capirci. «L'iniziativa ha un successo in continua crescita - spiega Walter Taranto - e a breve tra le catene associate che ci donano i prodotti freschi in scadenza avremo anche Mpreis. Il problema sta però nascendo sul lato opposto della nostra catena, ovvero mense e associazioni che recepiscono i prodotti».

Siamo al punto che entro l'anno Burgraviato e Banco Alimentare dovranno organizzare una nuova riunione con tutte le associazioni caritatevoli e mense sociali del comprensorio per cercare di vedere se possano esserci nuovi utenti finali da poter servire o nuove associazioni che lavorano con i meno agiati. Se infatti la raccolta sale, il numero degli assistiti scende. Nel giro di un anno - sono le statistiche di Banco alimentare a dirlo - siamo passati da 1.872 persone servite a 1.749 con un regresso di quasi 150. E questo nonostante tra le organizzazioni ci siano anche enti di Prato Stelvio, Naturno e della val Passiria. Viene da chiedersi se a questo punto le mense sociali e le associazioni caritatevoli bastino a consumare i prodotti raccolti da Siticibo o se si possa agire in altri settori. Troppe sono le persone che, per dignità o vergogna, evitano di mettersi in fila davanti alle parrocchie o alle associazioni caritatevoli per ritirare i prodotti raccolti. Viene da chiedersi se Siticibo non possa anche agire per conto proprio, magari aprendo un negozio tipo second hand shop, dove, invece che vendere vestiti a basso prezzo, si possano regalare i prodotti freschi raccolti e altrimenti destinati al macero.

La relazione trimestrale di Siticibo/Banco alimentare deve fare però riflettere anche su un altro punto. Gli sprechi alimentari delle catene di supermercati hanno numeri allucinanti, acuiti dalla crisi economica, che spinge le famiglie a comperare di meno. La merce sugli scaffali e nelle vetrine frigo deve esserci comunque, poco importa ne non viene venduta.













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