Alla Lub la biblioteca si chiama Luis

Ieri l'intitolazione: «Senza di lui l'università non ci sarebbe»



BOLZANO. E' cosa fatta. La Lub ha da ieri la biblioteca «Luis Durnwalder presidente fondatore». Omaggio dell'università al presidente provinciale per i suoi 70 anni. Cerimonia per pochi intimi, vertici della Lub, assessori e dirigenti provinciali, pochi studenti e professori (le lezioni non sono iniziate). Il buffet però è stato autofinanziato con una colletta, avverte il presidente Konrad Bergmeister.

Nonostante le polemiche, Luis Durnwalder non ha rinunciato all'incoronazione-intitolazione: «E' un onore che venga espresso un ringraziamento per quanto è stato fatto. Non sono stato solo io, l'abbiamo fatto insieme». Ma la biblioteca (211 mila metri cubi e 450 mila volumi) si chiamerà Durnwalder ed è stata scelta apposta la settimana del compleanno. Bergmeister minimizza le critiche per una intitolazione di opera pubblica a un presidente in carica: «La delibera che ha fatto nascere il nostro Ateneo è un fatto politico, proposto dall'uomo politico.

La biblioteca è il centro simbolico dell'università, la base per la ricerca scientifica. Conferire alla biblioteca il nome della persona che ha dispiegato un notevole lavoro di persuasione per fare nascere l'università, mi sembra un gesto culturale, basato sui valori della riconoscenza». Musica, squilli tromba e coro dei dirigenti provinciali, e la targa è stata scoperta. Durnwalder ammette: «Più di venti anni fa ero anch'io contrario all'università. Si pensava che i nostri ragazzi potessero studiare a Monaco o Innsbruck.

Oggi le cose sono cambiate: se vogliamo avere una autonomia amministrativa, ci servono i cervelli. L'università è importante per il nostro futuro. Realizzarla è stato quasi un dovere morale». Per nuove facoltà, ricorda Durnwlader, ragionamenti su medicina, giurisprudenza e turismo: «Con formula diversa però, tutti dovranno recarsi all'estero per almeno mezzoanno». Interventi anche di Hermann Berger e Josef March. (fr.g.)













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