Allarme funghi, attenzione ai micidiali Cortinari 

In Alto Adige. A lanciare l’appello il coordinatore della commissione nazionale di Micotossicologia «Nei boschi pochi porcini e finferli, ma tanti di questi funghi dal veleno potente. Facili da scambiare»



Bolzano. Può essere scambiato con diverse specie di funghi commestibili, ma il suo veleno, potentissimo, distrugge i reni. A lanciare l’allarme è Karl Kob, coordinatore della commissione nazionale di Micotossicologia. «In questo periodo ci sono pochi porcini e finferli - i funghi più comuni e quindi difficili da confondere - invece, nonostante la particolare situazione meteorologica di questa estate (temperature elevate, seguite da forti temporali), nei boschi di abete rosso ho trovato numerosi esemplari del fungo velenoso nefrotossico potenzialmente mortale. Si tratta del Cortinario orellanoide (nomi scientifici: Cortinarius orellanoides o C. speciosissimus o C. rubellus)».

Kob, medico e grande esperto di miceti, il 10 agosto ne ha fotografato diversi nel bosco del Parco Naturale del Monte Corno (Cauria, Comune di Salorno) e ieri nella zona di Meltina.

«Il Cortinario orellanoide - spiega - è un fungo a lamelle, di colore arancio o rosso-brunastro, dotato di un umbone appuntito al centro del cappello, con un odore rafanoide. Contiene una potente tossina nefrotossica, molto resistente al calore. Nel caso in cui venga ingerito, il fungo causa gravi ed irreversibili danni ai reni, arrivando a distruggerli. I sintomi dei danni ai reni compaiono da 7 a 21 giorni dopo l’ingestione del pasto a base di funghi. Per salvare la vita degli intossicati, spesso è necessario il ricorso alla dialisi, seguita da trapianto di rene».

Kob mette in guardia i raccoglitori non esperti, perché il Cortinario orellanoide può essere scambiato con numerose specie di funghi commestibili, in particolare con il paragonfidio feltrato (Chroogomphus helveticus) e il paragonfidio viscido (Chroogomphus rutilus) (detti chiodelli o chiodetti), ma anche con le armillarie del gruppo mellea (“chiodino”, “buona famiglia”).

Uno “scambio” che nel ’95 aveva distrutto i reni di una coppia di giovani bolzanini, genitori di tre bambini.

Erano andati a cena dai suoceri che avevano offerto loro il risotto ai funghi: pensavano fossero “chiodini” in realtà erano micidiali Cortinari.

I sintomi si erano manifestati una decina di giorni dopo, quando nessuno dei due pensava più al risotto ai funghi. A capire che il responsabile era il Cortinario, era stato proprio Karl Kob, allora direttore sanitario del San Maurizio. La coppia era stata sottoposta prima a dialisi e poi a trapianto di reni. «La sindrome orellanica - ricorda Kob - è stata scoperta negli anni ’50 in Polonia, dopo che una decina di invitati ad un matrimonio, tutti giovani e che non avevano mai avuto problemi renali, si era trovati nel giro di pochi giorni con i reni distrutti. Avevano mangiato un piatto a base del micidiale Cortinario».













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