Allarme sicurezza, l’Assb blinda gli uffici

Cresce la preoccupazione degli operatori agli sportelli. La direttrice: «Riorganizziamo gli spazi, per tutelare i dipendenti»


di Antonella Mattioli


BOZLANO. Due aggressioni in poco più di due mesi: adesso tra gli impiegati dei distretti sociali che si occupano di assistenza socio-economica c’è preoccupazione. E chiedono all’Azienda servizi sociali di intervenire.

Michela Trentini, direttore dell’Assb, assicura: «Abbiamo già un piano a breve e medio termine».

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, facendo emergenze i problemi legati alla sicurezza di chi lavora nei distretti, è stata l’aggressione avvenuta giovedì mattina presso il Servizio integrazione sociale di via Renon, che ricade sotto il distretto socio-sanitario Centro-Piani-Rencio.

Un ventiduenne originario del Mali che vive in Italia senza fissa dimora, è entrato rivendicando il diritto ad avere un tetto e soldi per tirare avanti. Quando gli impiegati hanno cercato di spiegargli che non avrebbero potuto soddisfare le sue richieste ha dato in escandescenza, iniziando a scagliare sedie e suppellettili dell'ufficio contro alcuni impiegati, che si sono subito rinchiusi nella stanza accanto ed hanno chiamato il 112: uno di loro è stato colpito al volto da un pugno.

Dopodiché il giovane immigrato ha aggredito anche i carabinieri.

Qualcosa di simile era successo al distretto Europa-Novacella il 21 giugno, dove un utente aveva cominciato ad inveire prendendo a calci la porta a vetri degli uffici. Era dovuta intervenire la polizia per riportare la calma.

I problemi che stanno emergendo - dicono coloro che nei distretti ci lavorano - sono legati al fatto che le strutture che servivano per gestire il sociale 15 anni fa, oggi non sono più adeguate.

Il motivo?

Più d’uno: innanzitutto l’aumento esponenziale degli utenti e il contestuale aggravarsi delle problematiche di coloro che si rivolgono ai servizi di assistenza.

«Purtroppo quello che è successo è grave - ammette Trentini - e per questo si è deciso di intervenire immediatamente, partendo proprio dal Servizio di integrazione sociale che si trova solo nel distretto dei Piani e garantisce il sostegno assistenziale a quanti si trovano in pesanti situazioni di emarginazione che significa senzatetto; migranti com’era il caso del giovane del Mali che ha dato in escandescenza; nomadi».

Cosa avete intenzione di fare?

«Partiamo subito con una riorganizzazione logistica degli spazi, metteremo anche dei vetri per proteggere i nostri operatori. Inoltre, offriremo un servizio di assistenza psicologica agli impiegati del Servizio di via Renon che sono comprensibilmente scossi dopo l’aggressione subìta. Nel medio termine, interverremo anche negli altri tre distretti. Sull’esempio di quanto già fatto a Don Bosco».

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