Alpe di Siusi, il rilancio dopo lo stop al traffico

Tredici anni fa gli operatori turistici erano contrari alla chiusura della strada Oggi sono soddisfatti: «È stata l’occasione per investire e innovare»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «All’inizio è stata dura per tutti: abbiamo perso gran parte della clientela giornaliera locale, in particolare i fondisti bolzanini,in inverno. Ma oggi, con il senno di poi, debbo dire che proprio la chiusura della strada è diventata per noi una sfida che ci ha costretti ad investire per innovare l’offerta. Non solo: siamo stati obbligati ad unire le forze per superare assieme un momento di radicale trasformazione». Chi parla è Kurt Malfertheiner, presidente dell’associazione turistica dell’Alpe di Siusi e proprietario dell’albergo Ritsch, che tredici anni fa, quando in mezzo a mille polemiche la Provincia decise di chiudere la strada per l’Alpe ai veicoli e puntare sulla cabinovia, era contrarissimo. Come erano contrarissimi praticamente tutti gli operatori turistici. Sono stati costretti ad adeguarsi alla novità e oggi ne raccolgono i frutti.

Nella campagna lanciata da Alto Adige e Trentino in difesa dei passi dolomitici, da più d’uno l’ Alpe di Siusi viene citata come modello da copiare. Ovviamente, passi e Alpe hanno caratteristiche e problematiche diverse, ma abbiamo comunque voluto andare a vedere come proprio gli albergatori che a suo tempo prefiguravano scenari catastrofici, si sono adeguati al nuovo sistema.

Il risultato è che oggi sull’Alpe non trovi più le colonne di auto, camper, moto, pullman che appestavano l’aria di smog e rumore. Lo stop al transito scatta alle 9 e finisce alle 17; un po’ di tolleranza in più c’è per gli ospiti degli alberghi, il giorno dell’arrivo e quello della partenza, inoltre se vogliono scendere a valle lo possono fare fino alle 10; oltre che per i fornitori.

«Devo dire - ammette Edi Tröbinger, presidente per Alpe di Siusi Marketing e le associazioni turistiche di Castelrotto, Siusi, Fiè - che dopo una serie di incontri con il Comune e in particolare con la Provincia che avrebbe voluto una chiusura praticamente totale, abbiamo trovato un buon compromesso».

Chi voglia salire comunque in macchina può arrivare fino al Compaccio, dove c’è un grande parcheggio con una tariffa giornaliera di 16 euro. È lo stesso prezzo del biglietto andata e ritorno a persona della cabinovia che parte da Siusi. In alternativa si può salire con il bus-navetta, oppure in bici o a piedi.

È così che l’Alpe, liberata se non del tutto in gran parte dalle auto, è uno dei posti più apprezzati dagli amanti della natura.

«Il turista mordi e fuggi del passato - dice Malfertheiner -è stato sostituito in larga misura dal turista che rimane qui più giorni. Anche perché la chiusura della strada ci ha imposto di rinnovare qualitativamente le strutture alberghiere. Non solo: praticamente tutti abbiamo realizzato i parcheggi sotterranei». Un esempio in questo senso è proprio il “Ritsch” dove, prima della rivoluzione viabilistica, si parcheggiava fin sotto le finestre dell’albergo e nel grande piazzale di fronte. Al posto della grande distesa di auto tipica delle giornate clou, adesso ci sono di nuovo i prati.

I turisti apprezzano? La risposta è scontata. La stagione estiva sta andando molto bene: ieri c’erano compagnie di olandesi e belgi che salivano in bici, merito dicono del Giro d’Italia che quest’anno ha fatto tappa proprio quassù. E molti italiani impegnati in escursioni a piedi e in mountain bike: «Oggi - dice Bruno Bertuol di Conegliano - il tempo non è dei migliori, ma ho deciso comunque di fare un’uscita visto che la vacanza sta per finire. In uno scenario come questo ne vale sempre la pena».

Anche Peter Fill, il forte discesista azzurro originario di Castelrotto, si è concesso una passeggiata all’Alpe con la moglie Manuela e i due figli prima di partire, la prossima settimana, per lo Stelvio: «Non so se la chiusura a fasce orarie sui passi possa funzionare, certo è che il bene più prezioso di cui dispone l’Alto Adige è proprio la natura: è su questo che dobbiamo puntare con sempre maggior decisione».

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