Incendio

Alpitronic, l’ad Senoner: «È stato uno choc. Danni ingenti, ma produzione salva»

Philipp Senoner era nella sede vicina quando è scattato l’allarme. Negli uffici erano al lavoro 200 dipendenti che sono stati subito evacuati senza alcun intoppo. Nel capannone distrutto non c’erano materiali né macchinari, dovrà essere demolito

IL FATTO Una nube nera oscura il cielo, fiamme alla Alpitronic


Paolo Tagliente


BOLZANO. Dopo parecchio tempo dall'ultima volta in cui l'avevano usata, ieri (8 maggio), molti bolzanini hanno deciso di uscire di casa indossando la mascherina. Grande il timore che le sostanze liberatesi nell'atmosfera durante il furioso incendio che ha devastato un capannone di Alpitronic, in via di Mezzo ai Piani, potessero essere nocive.

Nel frattempo, Philipp Senoner, cofondatore e Ceo di Alpitronic, e i suoi collaboratori si sono già mobilitati per riportare la situazione alla normalità. Se è vero che il rogo non ha interessato un'area produttiva del colosso che realizza ricariche per auto, è altrettanto vero che i danni sono ingentissimi e molto lavoro attende i vertici aziendali.

«Quanto accaduto è uno choc per tutti - ha commentato Senoner, che ieri ha lavorato in stretto contatto con i vigili del fuoco - anche perché le fiamme si sono sviluppate molto velocemente. I danni sono davvero importanti, ma non nella parte operativa. All'interno della struttura, infatti, non c'erano né materiali, né macchinari e non c'erano nostri collaboratori. Adiacente al capannone in fiamme c'è la palazzina che ospita gli uffici al cui interno, quando è scattato l'allarme, stavano lavorando tra i 150 e i 200 dipendenti. Sono stati tutti evacuati senza alcun intoppo».

Ancora da quantificare con precisione l'ammontare dei danni e resta da chiarire cosa abbia dato origine al fuoco. Saranno le assicurazioni, ad occuparsi della stima dei danni e dei risarcimenti. 

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