Alto Adige, cartelli monolinguiIl prefetto chiedeil dossier alla Procura

Azione amministrativa per il ripristino dello Statuto accanto all'inchiesta penale


Francesca Gonzato


BOLZANO. La mappatura dei cartelli monolingui in montagna, curata da carabinieri e forestali per la procura, verrà acquisita anche dal Commissariato del governo. Il prefetto Fulvio Testi lo utilizzerà per proseguire la propria azione di ripristino delle norme statutarie iniziata in primavera.
 Continuano ad essere due i filoni legati alla cartellonistica monolingue (soprattutto in tedesco) in montagna, quello penale e quello amministrativo. Da un lato l’inchiesta seguita direttamente dal procuratore Guido Rispoli, tesa a verificare l’eventuale presenza di reati, dall’altro l’azione del prefetto Fulvio Testi, che già la scorsa primavera aveva iniziato a seguire il caso, avviando una corrispondenza con Provincia (presidente Luis Durnwalder, assessore Hans Berger), Avs, Cai, parchi e associazioni turistiche.
 Il momento di svolta nell’azione del Commissariato del governo è arrivato a fine agosto, con la lettera inviata dal prefetto Fulvio Testi ad Avs e alle altre associazioni in cui si ribadisce il dovuto rispetto delle norme statutarie sul bilinguismo nella segnaletica di montagna. Da qui la richiesta alle stesse associazioni di verificare la situazione sui sentieri affidati alla loro cura e provvedere al ripristino del bilinguismo.
 Parallelamente si è mossa la procura (a seguito dell’esposto di Guido Margheri di Sd), con la mappatura sul territorio. Quel lavoro è terminato con un dato pesantissimo: il 75 per cento della cartellonistica di montagna realizzata con finanziamenti pubblici non rispetta il bilinguismo.
 Il Commissariato del governo, conferma l’ufficio di gabinetto, chiederà di visionare il materiale raccolto dalle forze dell’ordine durante i sopralluoghi valle per valle. Ci sono già stati contatti in questo senso con la procura. E sarà estremamente importante anche il lavoro di analisi giuridica effettuata dal procuratore Rispoli, attraverso cui (Statuto e leggi provinciali) viene ribadita la necessità del bilinguismo. Tra l’altro, è emersa la convenzione del 2004 tra Provincia e Avs per la cura della segnaletica in montagna in cui era previsto il rispetto del bilinguismo.
 La fotografia esatta della situazione rafforza l’azione del Commissariato del governo. Da un lato dunque c’è la base normativa, dall’altro l’anagrafe delle situazioni irregolari. Fatti oggettivi che verranno introdotti nel rapporto già avviato con Avs e Provincia per arrivare a una soluzione. Ma non c’è solo l’Alpenverein. Il Cai a sua volta ha segnalato da tempo alcuni cartelli in Badia solo in italiano, mentre sono numerosissimi i segnali esclusivamente in tedesco installati dalle associazioni turistiche. Dai parchi è arrivata a Palazzo Ducale la documentazione fotografica che attesta il rispetto del bilinguismo. Quello che appare certo è che, a distanza di diversi mesi dall’avvio del carteggio, a Palazzo Ducale si aspettano di passare alla fase delle decisioni













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