Alto Adige, commissione toponomastica: no del Pd alla Svp

Tommasini e Bizzo: «Avevamo chiesto la presenza di un italiano»


Francesca Gonzato


BOLZANO. La giunta provinciale si è divisa ieri sulla nomina dei componenti della commissione paritetica sui 1500 cartelli monolingui di montagna. Gli assessori Christian Tommasini e Roberto Bizzo (Pd) hanno votato contro la proposta portata al tavolo dal presidente provinciale Luis Durnwalder.
«Abbiamo proposto un componente di lingua italiana, ma la nostra richiesta è stata respinta», racconta Tommasini.
Sono stati così nominati a maggioranza Karl Rainer (ex direttore di ripartizione alla presidenza della giunta, già segretario particolare di Silvius Magnago), che sarà membro permanente della commissione. Con Rainer lavorerà in rappresentanza della giunta provinciale l'ex parlamentare ed ex presidente dell'A22 Ferdinand Willeit, che parteciperà alle sedute riguardanti i toponimi tedeschi e italiani. Willeit, ha spiegato il presidente Luis Durnwalder, «si alternerà con l'ex assessore provinciale Hugo Valentin, che subentrerà quando si parlerà dei toponimi ladini».
La proposta iniziale ieri mattina era di soli due nomi, Rainer e Willeit. La presenza di un componente ladino è stata decisa al termine della discussione con i due assessori italiani.
La scorsa settimana erano stati nominati i due rappresentanti del ministro Raffaele Fitto: Francesca De Carlini (capo di gabinetto del Commissariato del governo) e Guido Denicolò (avvocato dello Stato in servizio nel distretto di Trento).
Tommasini riassume così il dibattito di ieri in giunta: «Speravamo in una commissione più coraggiosa. Il ministro Fitto ha nominato il viceprefetto De Carlini e l'avvocato Denicolò, che è di madre lingua tedesca, secondo quanto ci è stato detto. A quel punto, è stato il nostro ragionamento, perché la Provincia non può decidere di nominare un tedesco e un italiano? Il significato di una scelta di questo tipo sarebbe evidente: le ragioni della Provincia possono essere rappresentate anche da un italiano. Già nei giorni scorsi si diceva che andava evitata la "trappola" di una formula che vedesse il governo nominare due italiani e la Provincia due tedeschi, portando avanti uno schema vecchio in cui non ci riconosciamo». Fitto ha sparigliato le carte scegliendo De Carlini e Denicolò. A quel punto Tommasini e Bizzo ieri hanno pensato di avere un argomento in più per chiedere alla giunta provinciale di fare una scelta analoga.
«E' stato impossibile fare passare la nostra linea», racconta Bizzo, «Durnwalder ha applicato il principio della proporzionale che viene utilizzato per ogni nomina. Se ci sono due posti, vengono scelti due tedeschi. Con tre posti, lo schema è due tedeschi e un italiano».
Durnwalder conferma che questa è stata la linea che ha seguito: «La commissione deve rispecchiare la proporzionale. La Provincia ha diritto ad avere due nomi, non avremmo potuto lasciare spazio a un italiano. Così è uscita una commissione equilibrata, con rappresentati tutti i tre gruppi linguistici».
Ma questa è una commissione particolare, ricorda Bizzo, «di fatto viene a mancare una rappresentanza linguistica italiana della nostra terra. Ci sarà il viceprefetto De Carlini e tre commissari di lingua tedesca».
Su Rainer e Willeit però i giudizi sono assolutamente positivi. Così Tommasini: «Oltre ad essere preparati, sono due persone moderate. Sapranno lavorare bene».
La lettura è condivisa da Riccardo Dello Sbarba: (consigliere provinciale dei Verdi): «Peccato per la scelta della Provincia di nominare solo due sudtirolesi, più un ladino. Avevamo sperato nella scelta di un italiano, sarebbe stato un segnale interessante. E' stata persa un'occasione. Deciso quello schema, è apprezzabile che la nomina sia caduta su due persone ottime come Rainer e Willeit, lontani da posizioni oltranziste. E' evidente che la levatura dei due commissari scelti dal ministro ha spiazzato la giunta provinciale, che preferisce tenere un profilo sotto traccia nella commissione».

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