Alto Adige, Frattini stoppa la Klotz: "Fermiamo gli estremisti"

Il ministro sulla campagna per l'autodecisione: «Con la Svp c'è dialogo, ora ci aiuti a isolarli»


Francesca Gonzato


BOLZANO. Il ministro degli Esteri Franco Frattini non è tra coloro che prendono alla leggera la nuova campagna di Eva Klotz e della SüdTiroler Freiheit sull'autodeterminazione.
Verranno organizzati sondaggi autogestiti per chiedere alla popolazione se vogliono un referendum ufficiale in cui esprimersi sull'autodecisione.
«Non è il solito disco rotto che ripete slogan, è un fenomeno che mi preoccupa», così il commento del ministro Frattini al ritorno dal suo viaggio in Medio Oriente.
Da Gaza alla voglia di autodecisione di Eva Klotz. Un bel salto.
«Possiamo dire che si parla di autodeterminazione e desiderio di indipendenza a tutte le latitudini. Peccato che l'Alto Adige non sia la Palestina. Certe persone dovrebbero fare i confronti con certe condizioni di vita. Ecco perché la nuova campagna del partito di Eva Klotz va respinta con fermezza: gli estremisti vanno isolati».
Cosa pensa di questi referendum autogestiti che verranno organizzati dal partito di Eva Klotz e Sven Knoll?
«La trovo una provocazione che non va presa alla leggera. Non mi sento di dire frasi come "le solite sciocchezze", quando si torna su problemi archiviati dalla storia, oltre che dalla politica».
Perché non sottovalutare?
«Perché certe bandiere vengono sventolate con la volontà di destabilizzare e ci si muove in parallelo con la destra austriaca, che insiste su filoni come la potenza tutrice dell'Austria e la doppia cittadinanza. Per fortuna le forze di governo a Vienna si muovono con responsabilità. Tra l'altro, non sfuggirà la tempistica della nuova campagna».
In che senso?
«I guastatori scendono in campo mentre il governo cerca un dialogo con la Svp e con il governatore Luis Durnwalder. Rimarcano il loro schierarsi più a destra della Svp per rafforzare il proprio elettorato. E lo fanno cavalcando un messaggio pericoloso».
Lei di recente ha incontrato Durnwalder. Ritiene ancora che ci sia un rasserenamento nei rapporti?
«Assolutamente sì. C'è un dialogo. La Svp si è astenuta sulla fiducia, il governo si è impegnato per salvaguardare i fondi altoatesini all'interno della legge di stabilità».
Per la Svp il pressing della destra tedesca è un problema. Molti voti se ne sono già andati da quella parte. Cosa si sente di dire alla Stella Alpina?
«Questo è un altro terreno comune di lavoro. Ne abbiamo trovati tanti, aggiungiamo l'impegno per eliminare le radici delle divisioni nella terra altoatesina. La strada giusta non è chiedere alle persone "sei italiano o austriaco, vai di qua o di là?". Sappiamo che la Svp su questo tema ha una visione condivisibile».
Lei ha parlato spesso di questi temi con i colleghi austriaci. Lo ha fatto anche di recente?
«Sì, ho ringraziato anche di recente personalità di governo austriache per la presa di posizione netta contro l'ipotesi di doppio passaporto. L'Austria ha trovato un tono adeguato rispetto a temi come il suo rapporto con la popolazione di lingua tedesca. Mantengono un ruolo non invasivo o offensivo per lo Stato italiano. Anche a Vienna sanno che le provocazioni dei Freiheitlichen austriaci trovano subito una sponda in Alto Adige. E per concludere, a Vienna sono perfettamente consapevoli che non stiamo parlando di popolo oppresso, ma di una provincia fortemente indipendente, invidiata nel resto d'Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità