Alto Adige: il rapporto BankitaliaLa crisi abbatte fatturati e imposte

Il 2009 è stato particolarmente nero per il manifatturiero e l’edilizia, mentre hanno resistito turismo e servizi. La nota sulle economie regionali diffusa dalla Banca d’Italia evidenzia anche un minor versamento di imposte da parte delle aziende (Ires, Iva e Irap) di quasi 300 milioni di euro: colpa dei fatturati e degli utili in forte calo



BOLZANO. La crisi ha colpito duramente l’economia provinciale: il 2009 è stato particolarmente nero per il manifatturiero e l’edilizia, mentre hanno resistito turismo e servizi. La nota sulle economie regionali diffusa ieri dalla Banca d’Italia evidenzia anche un minor versamento di imposte da parte delle aziende (Ires, Iva e Irap) di quasi 300 milioni di euro: colpa dei fatturati e degli utili in forte calo. In flessione pure gli investimenti e di conseguenza i crediti bancari concessi alle imprese. In ogni caso - assicura Bankitalia - l’Alto Adige così come il Trentino ha reagito al rallentamento dell’economia mondiale meglio rispetto ad altre realtà. E positivo è anche il giudizio sulle misure anti-crisi messe in campo dalla Provincia e sul progetto del Parco tecnologico, che andrà a sfruttare le eccellenze del territorio. Timidi segnali di ripresa, ma la crisi non è ancora passata.
Il rapporto di Bankitalia fotografa un’economia in difficoltà, ma non in ginocchio. In rallentamento, ma non ferma. Pronta a ripartire, insomma, pur con qualche distinguo.
I distinguo riguardano i due settori che più sono stati colpiti dal rallentamento dell’economia: l’industria manifatturiera e l’edilizia. Ma in generale, afferma la Banca d’Italia, «grazie all’ampio peso del settore dei servizi sostenuto dal buon andamento dei flussi turistici, grazie alla struttura diversificata del sistema produttivo e grazie alla rilevanza dell’operatore pubblico locale, dopo il punto di minimo toccato nella prima metà del 2009, deboli segnali di ripresa si sono manifestati a partire dal terzo trimestre».
La quota di imprese industriali che ha riportato una valutazione positiva della propria redditività nel 2009 è sceso al 49% contro il 71% del 2008, ma le aspettative per il 2010 sono positive grazie soprattutto alla ripresa della domanda estera. Il fatturato, dopo la stagnazione registrata del 2008, è sceso in media del 9,3%. È questo il motivo principale del crollo del gettito fiscale: l’Ires è scesa a 240,8 milioni con un calo del 34,9%, l’Iva interna è diminuita del 20,7% a 462 milioni e l’Irap si è ridotta del 15,7%. Complessivamente, si tratta di un minor gettito vicino ai 300 milioni di euro.
L’export nel 2009 ha registrato un calo del 14,6%, ma ha mostrato lievi segnali di ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno, appena i flussi di scambio con il mercato austriaco sono tornati a crescere a ritmi più sostenuti.
Per rilanciare la competitività dell’economia locale, Bankitalia ritiene inevitabile «superare i limiti dimensionali e la contenuta propensione ad innovare delle imprese locali». Positivo il giudizio sulle misure introdotte dalla Provincia: «Bolzano e Trento - si legge nel rapporto della Banca d’Italia - sono intervenute con una serie di misure e progetti per stimolare e facilitare la creazione di reti tra imprese. Il rilancio della competitività dei sistemi locali è stato perseguito concentrando gli sforzi in settori produttivi che richiamano le vocazioni imprenditoriali più tradizionalmente radicate sul territorio e che hanno in qualche misura ripercussioni positive sui principali settori produttivi locali. Tale piano di azione è in linea con gli indirizzi strategici comunitari sempre più orientati allo sviluppo sostenibile, all’utilizzo delle energie rinnovabili e alla promozione della ricerca, dell’innovazione e dell’imprenditorialità».
Non poteva mancare uno sguardo al mercato del credito: in calo i crediti alle imprese (condizioni bancarie più severe, ma è diminuita anche la domanda di finanziamenti da parte delle aziende), flessione notevole da parte degli utili delle banche locali, che continuano però a controllare il 77,2% del mercato.

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