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Alto Adige, l’evasione fiscale vale 918 milioni di euro l’anno 

L'elaborazione della Cgia di Mestre segnala circa 9 euro evasi ogni 100 incassati. Il sindacato Flp: «Meglio che nel resto d’Italia, ma bisogna subito potenziare gli organici dell’Agenzia delle entrate»



BOLZANO. Ogni cento euro di gettito fiscale incassato in Alto Adige, vengono evasi 9 euro e 30 centesimi. Siamo così quelli che in Italia evadono di meno, ma in soldoni sono pur sempre 918 milioni di euro all’anno e 846 in Trentino. Parte delle stime elaborate dalla Cgia di Mestre su dati del ministro dell’Economia e delle finanze. «Bene» dice il sindacato Flp, ma serve più personale per recuperare anche quanto non viene riscosso.

Nel 2020, ultimo dato disponibile, il peso dell’economia non osservata (la somma di sommersa e illegale) sul valore aggiunto nazionale era all’11,6 per cento, pari a 174,6 miliardi di euro. Di quest’ultimo importo, l’economia sommersa era pari a 157,4 miliardi e le attività illegali 17,3 miliardi. L’evasione fiscale e contributiva, invece, si aggirava attorno ai 90 miliardi di euro (78,9 miliardi imputabili all’evasione tributaria e 10,8 miliardi all’evasione contributiva). Applicando al valore aggiunto sommerso un coefficiente determinato dal rapporto del gettito fiscale e il valore aggiunto desumibile dalla contabilità nazionale al netto dell’economia non osservata, l’Ufficio studi della Cgia è riuscita a calcolare anche l’evasione a livello regionale.

In buona sostanza, a fronte di 90 miliardi di evasione fiscale all’anno, è come se a ogni 100 euro di gettito incassato dal fisco, comunque ne venissero evasi 13,2. Se la stessa simulazione la riproduciamo a livello regionale, la situazione più critica la scorgiamo nel Mezzogiorno: nella classifica di euro evasi ogni 100 euro incassati, in Puglia gli evasori se ne trattengono 19,2 euro, in Campania 20 e in Calabria, maglia nera d’Italia, 21,3. Si tratta di cifre doppie rispetto a ai 10,6 euro che si registrano in Friuli Venezia Giulia, ai 10,2 euro in Provincia di Trento e ai 9,5 euro in Lombardia. Il territorio nazionale più fedele al fisco è la provincia di Bolzano che presenta appunto un’evasione di soli 9,3 euro ogni 100 incassati.

Fin qui i numeri della Cgia. «Registriamo che i cittadini di questa regione sono tra i più virtuosi del Belpaese, certo, ma circa due miliardi di euro in meno nelle casse dello Stato ed indirettamente alle due Provincie autonome che trattengono i 9/10 delle imposte riscosse sul territorio regionale, sono molti ed a nostro avviso c’è bisogno di intervenire in modo strutturale per correre ai ripari. Come? Mettendo a disposizione dell’Agenzia delle entrate risorse umane e materiali adeguate per combattere il fenomeno dell’evasione fiscale», affermano i segretari regionali Flp (Federazione lavoratori pubblici), Giuseppe Vetrone e Carmelo Urgesi. Per questi ultimi si assiste, invece, «all’ennesimo “schiaffo” della Direzione generale dell’Agenzia delle entrate che nei giorni scorsi ha pubblicato due bandi di concorso per assumere 4.500 funzionari in tutta Italia, riservandone appena 20 a Trento e 30 a Bolzano (basteranno, quando arriveranno, a mala pena per rimpinguare i prossimi pensionamenti)».

Ad oggi «sono in servizio appena 274 dipendenti a Trento e 179 a Bolzano che operano negli Uffici territoriali di Trento, Rovereto, Riva del Garda, Tione, Cles, Borgo Valsugana, Cavalese, Bolzano, Merano, Brunico, Bressanone», sottolinea la Flp. «Ricordiamo che la Direzione provinciale di Bolzano opera con estrema difficoltà in tutti settori e risente molto della grave carenza di organico che ad esempio, rispetto a Trento è di ben 95 persone. Un’enormità, visto che sono due province molto simili, sia per densità di popolazione, sia per dimensioni geografiche. Mentre, ad esempio, nella vicina Verona, gli impiegati sono 330», spiegano Vetrone e Urgesi.

Ma la cosa più preoccupante è che «solo il 12,29% (22 persone su 179 del personale in servizio a Bolzano) segue attività di controllo [grandi imprese, imprese minori, persone fisiche e lavoratori autonomi]. Tutto il resto si occupa di attività di autogoverno, assistenza, servizi al contribuente, rimborsi e contenzioso. Va un po’ meglio a Trento dove invece la percentuale degli addetti ai controlli sale al 22,63% (62 persone su 274)», ancora il sindacato.

Altro punto di preoccupazione che la Flp registra in questo ultimo periodo all’interno dell’Agenzia «è una vera e propria fuga del personale in servizio». «In pratica, anche a causa della grave carenza di personale, delle grosse responsabilità che ricadono su ognuno, dello stress lavorativo accumulato in capo ai pochi dipendenti in servizio, nonché alla gestione dello stesso, non sempre appropriata da parte dirigenziale, chi può, lascia l’Agenzia. O anticipando la pensione o presentando le dimissioni. E di questi casi, purtroppo, ce ne sono già alcuni», chiudono Vetrone e Urgesi, sperando che «il ruolo ad interim di Egon Sanin alla direzione provinciale in Alto Adige sia momentaneo, dopo che nei giorni scorsi lo stesso Sanin è diventato direttore regionale dell’Agenzia delle entrate in Friuli». M.D.

 













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