Alto Adige: la Provincia ora vuole unificare i calendari scolastici

Si sta anche discutendo sull'opportunità o meno di introdurre per tutti la settimana di cinque giorni


Davide Pasquali


BOLZANO. La Provincia intende unificare il calendario scolastico: dall'anno 2012 - 2013 tutti gli istituti dell'Alto Adige inizieranno e termineranno le lezioni negli stessi giorni, e unificato sarà anche il calendario delle ferie: tutti a casa negli stessi periodi. Questa, per lo meno, è l'ipotesi cui sta lavorando la giunta provinciale. In quest'ottica si sta anche discutendo sull'opportunità o meno di introdurre per tutti la settimana di cinque giorni, anche se nel mondo della scuola italiana già si evidenziano le prime perplessità. Bene per le elementari, così così per le medie, quasi impossibile per le superiori. Per approfondire la questione, nei giorni scorsi si è tenuta in consiglio provinciale una audizione, convocata dai vicepresidenti della giunta, Hans Berger e Christian Tommasini, e dagli assessori alla cultura Florian Mussner e Sabina Kasslatter. Si sono invitate le consulte dei genitori e degli alunni dei tre gruppi linguistici, i rappresentanti di presidi e docenti, i sindacati, il conservatorio e gli istituti musicali, ma pure il mondo dell'associazionismo, le società sportive e via discorrendo. Per quanto riguarda l'unificazione del calendario, in pratica l'intera giunta provinciale è d'accordo. Sulla settimana di cinque giorni, sette assessori sono favorevoli, uno (Tommasini) è più per il sì che per il no, mentre Laimer è contrario. Ovviamente, portare la settimana a cinque giorni porterebbe vantaggi ma anche svantaggi, come sottolineato durante il dibattito pubblico. Intanto, diminuire i giorni implicherebbe un aumento di ore di lezione giornaliere e in più si dovrebbe iniziare prima la scuola in autunno e finirla più tardi a inizio estate. E su questo punto già emergono posizioni differenti, anche in giunta. C'è chi vuole iniziare prima e finire dopo, chi vuole iniziare prima, chi finire dopo, chi lasciare tutto com'è oggi. Nel mondo tedesco c'è un ampio fronte del sì per lo meno sui cinque giorni. Ma la scuola italiana pare perplessa. Come spiegano il capodipartimento all'Istruzione Ivan Eccli e la Sovrintendente Nicoletta Minnei, in pratica dove i 5 giorni si potevano introdurre, nella scuola italiana sono già una realtà grazie all'autonomia scolastica. Altrove non lo si è fatto, perché non era possibile o lo si è fatto ma poi si è tornati indietro. Tradotto: tolta la scuola dell'infanzia, dove tutti i bimbi vanno a scuola 5 giorni, in quasi tutte le elementari al sabato non si fa lezione. Alle medie si era cominciato ad introdurre la settimana corta, ma in più di qualche istituto ora come ora si sta facendo marcia indietro o ci si sta seriamente pensando. Per quanto riguarda le superiori, in pratica nessuno va a scuola su cinque giorni, tranne una sezione di un istituto bolzanino. Il perché è semplice: se alle elementari qualche ora in più si può fare, già alle medie diventa difficile e alle superiori quasi impossibile. Perché se si aumentano le ore di lezione al pomeriggio, coi rientri, non rimane più tempo per studiare. E per al Classico o allo Scientifico non può funzionare.













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