Alto Adige: sanità, la scure della Riforma sui privati

Crespi: «L'Asl dimezza Villa Sant'Anna». Bonvicini e Waldner: «Timori per Riabilitazione»


Valeria Frangipane


BOLZANO. La Riforma inizia a muoversi ed i tagli si abbattono sui privati. La casa di cura Villa Sant'Anna di Merano è nel mirino dell'Asl per un drastico ridimensionamento. Così il direttore Stefano Crespi: «Vogliomo dimezzarci i 45 posti letto per acuti. Rischiamo lo smantellamento».
Un problema di soldi.
Il tutto succede a poche ore dal via libera del comitato tecnico provinciale (preludio al finanziamento) ad una variante al progetto di ristrutturazione da 10 milioni per il risanamento e l'ampliamento della casa di cura privata "Martinsbrunn", di proprietà della Congregazione delle suore della carità (la struttura di Quarazze per post-acuti, amministrata da Gerhard Gruber che ha 53 posti letto, 19.345 degenze all'anno ed un contributo Asl di 4,39 milioni). «Lavoriamo da più di trent'anni - riprende Crespi - vantiamo un utilizzo dei posti letto vicino al 98% e ci vediamo trattare così. La proposta che ci è stata avanzata e che rigettiamo con forza punta alla soppressione di 5 posti letto per acuti all'anno, a partire dal 2011 e fino al 2015. Ma è fin troppo chiaro che risorse e potenzialità dimezzate ci porteranno inevitabilmente all'eutanasia. Noi puntiamo ancora alla trasformazione dei posti letto in post-acuti».
Paolo Bonvicini (clinica Boncivini di Bolzano) e Rupert Waldner (Villa Melitta di Bolzano) temono a loro volta pesanti ripercussioni nel caso in cui si concretizzasse il progetto più volte ribadito dal presidente Luis Durnwalder di aprire all'ospedale di Vipiteno un centro di ricerca Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) per la Riabilitazione neurologica, guidato da Leopold Saltuari, medico superesperto in "risvegli" con un importante appoggio esterno della Leitner (Michael Seeber però non conferma).
E Bonvicini che è anche presidente dell'Aipo (Associazione italiana ospedalità privata) parla di un momento fin troppo delicato: «Siamo preoccupati per quel che sta per succedere a Merano e speriamo ancora in soluzioni concordate tra le parti. Ma vorrei dire anche che i privati - che sono risorsa importante per la sanità pubblica perché fanno risparmiare offrendo un servizio di ottimo livello - vengono percepiti dai vertici della politica come un peso. E questo oltre a non essere esatto non è nemmeno corretto». E fortissime preoccupazioni per quel che sta succedendo si levano anche dalla clinica Santa Maria di Bolzano - che non ha convenzione diretta - che ha paura di perdere l'assistenza indiretta (parte dei rimborsi che la Provincia paga ai privati).
Così Michael Mayr che offre a Villa Sant'Anna tutto il suo sostegno: «La politica non sa quel che fa e crede di risparmiare abolendo la medicina privata. Se vogliono il controllo totale che lo dicano, inutile che ci tengano buoni per poi rovinarci. Noi puntiamo a mantenere l'indiretta, se così non fosse la Santa Maria vedrebbe la sua sopravvivenza messo in serissimo pericolo». Intanto per Villa Sant'Anna (45 posti letto di medicina interna convenzionati per una spesa complessiva a carico dell'Asl di 3,35 milioni) si profila la prima vera stangata. I posti per acuti secondo il direttore generale dell'Asl unica, Andreas Fabi, e la direttrice del Comprensorio di Merano, Irene Pechlaner, non hanno più senso: «Ne abbiamo troppi e l'ospedale ha già tagliato dove ha potuto. Riteniamo il ridimensionamento della Sant'Anna indispensabile».
Ma Crespi non ci sta. «Abbiamo la sensazione di essere stati presi in giro. Ancora nel 2004 avevamo dimostrato all'Asl tutta la nostra disponibilità al cambiamento. Diteci cosa vi serve e noi ci daremo da fare, avevamo detto». E come è andata? «Ci siamo detti pronti a riconvertire i letti da pazienti per acuti in post acuti - di cui c'è grave carenza - proposta che però ci è stata rigettata spiegandoci che non esiste la necessità mentre ci è stata avanzata la possibilità di una riconversione in lungodegenti cronici, progetto irrealizzabile in quanto non si può accedere, perchè lo stabilisce una legge provinciale, nè ai finanziamenti per gli investimenti, nè a quelli per la gestione».
E c'è dell'altro.
«Sì - riprende Crespi - in Sant'Anna ci sentiamo discriminati tre volte di più sia nei confronti del servizio sanitario pubblico che nei confronti dei colleghi privati che peraltro stimo. Prima di tutto ci chiediamo perché l'Asl non ci abbia (ancora?) riconosciuto l'incremento delle tariffe e del budget che ha accordato, ancora a dicembre del 2009, a tutte le altre strutture private convenzionate (Salus, Martinsbrunn, Melitta, Bonvicini) a copertura degli aumenti del nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro. Mi risulta anche che la nostra sia l'unica clinica a cui l'Asl unica vorrebbe imporre un pesantissimo taglio di posti letto: l'unico precedente è il Salus Center (struttura di Tesimo amministrata da Giuseppe Pellegrini: 74 posti letto per la Riabilitazione, 27.000 degenze all'anno e 3,8 milioni pagati dall'Asl ndr.) che ha subìto un adeguamento rispetto ad una convenzione concessa in tempi recentissimi di oltre 110 posti letto. E poi ci sentiamo penalizzati perché discriminati nell'accesso ai contributi previsti sul capitolo sanitario in quanto società di capitali: a noi può essere concesso massimo il 20% mentre in caso di onlus (come Martinsbrunn e Santa Maria che pur esercitano attività commerciale a tutti gli effetti ndr.) il contributo può arrivare al 60%. Ricordo peraltro che gli adempimenti fiscali, amministrativi e il livello di trasparenza di una società di capitali sono di molto superiori rispetto a quelli di una onlus. Nel 2010 la totalità dei contributi è stata assegnata alla Santa Maria - conclude Crespi - struttura privata non convenzionata».

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