Altro fulmine sulla Seeste: sequestro per 2,9 milioni

Il Gip ha anche respinto le istanze di scarcerazione del manager Martin Klapfer. L’avvocato Francia ha già inoltrato ricorso al tribunale del riesame


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Non sembrano destinate ad alleggerirsi le posizioni processuale della Seeste Bau e del suo manager Martin Klapfer nell’inchiesta per presunta corruzione nell’ambito dell’appalto per la costruzione di 300 alloggi alla periferia di Verona. Il giudice delle indagini preliminari ha infatti confermato non solo la custodia cautelare in carcere di Klapfer ma anche il sequestro di beni della Seeste (per equivalente) di 2 milioni e 900 mila euro. La situazione potrebbe indebolisce sotto il profilo finanziario la maggiore impresa edile dell’Alto Adige che intende evitare che la morsa della magistratura su quasi 3 milioni di euro possa essere confermata sino a conclusione della vicenda giudiziaria. L’avvocato Fabrizio Francia ha già impugnato davanti al tribunale civile di Verona il provvedimento chiedendone la revoca immediata. L’inchiesta però, nonostante le corpose argomentazioni difensive portate al vaglio dei giudici, appare ancora in salita.

In effetti sembra oggettivamente difficile individuare un motivo reale che possa aver convinto il giudice di Verona a confermare la custodia cautelare in carcere a carico del manager della Seeste di Martin Klapfer. Dopo il lungo interrogatorio di qualche giorno fa e le dichiarazioni sostanzialmente concordanti rese anche dall’ingegner Sandro Tartaglia (al tempo dei fatti direttore generale dell’Agec di Verona) l’avvocato Francia confidava nella possibilità di ottenere la revoca del provvedimento cautelare o, in subordine, gli arresti domiciliari . In realtà la risposta del giudice è stata negativa su tutti i fronti. Martin Klapfer, dunque, resta in carcere così come i quasi 3 milioni di euro restano sotto sequestro, sempre a titolo cautelare. «Siamo rimasti veramente sorpresi - spiega il legale - anche perchè l’esigenza cautelare richiamata dal giudice, cioè il pericolo di reiterazione del reato, sembra realmente non più attuale dopo le dimissioni di Tartaglia da direttore generale dell’Agec».

Il destino processuale di Martin Klapfer finirà ora nelle mani dei giudici del tribunale del riesame di Venezia. Per l’indagato sfuma comunque la speranza di poter lasciare entro pochi giorni il carcere di Bolzano perchè il ricorso ha i suoi tempi e probabilmente ci vorranno un paio di settimane per fissare l’audienza. A cui vanno aggiunti i giorni necessari per arrivare al nuovo pronunciamento.

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