Ambulanti: «Così non si lavora» 

Il mercato del sabato. Solo metà banchi in piazza Vittoria: in tutto 156 su 312. La richiesta: ridurre la distanza da sei metri a tre e mezzo La protesta: «A Bolzano non c’è elasticità; negli altri comuni si sta tornando alla normalità». Caramaschi: «Attendiamo la proposta del Consorzio»



Bolzano. «Questo non è mercato: così non si lavora. Pochi banchi; troppo distanti: solo Bolzano applica regole tanto severe. Sei metri di corsia sono troppi, anche perché noi lavoriamo all’aperto. Se dimezzano la distanza, ci stiamo di nuovo tutti»: Claudio Silvestri, un banco di abbigliamento per bambini, si fa interprete del malcontento crescente tra gli ambulanti presenti ieri in un mercato del sabato in versione Covid. Una settimana fa c’erano 45 banchi di frutta, verdura, alimentari; ieri 156, di cui 119 di abbigliamento e scarpe; 36 di frutta e verdura. Ciononostante piazza Vittoria e strade limitrofe sono mezze vuote: mancano gli altri 156 banchi. Prima dell’emergenza erano 312. Adesso si va a rotazione, per consentire il rispetto delle distanze. In corso Cesare Battisti, per fare un esempio, le tre file di banchi sono state ridotte a due; quella centrale è stata tolta, per garantire una corsia larga 6 metri. Ed evitare la concentrazione di troppe persone.

Chi ha due banchi deve rinunciare a uno; chi ne ha solo uno, può partecipare al mercato un sabato sì e uno no. La piazza è stata ridisegnata e più d’uno si è trovato in una posizione diversa rispetto a prima. Risultato: gli habituè fanno fatica a individuare il banco di fiducia dove acquistavano scarpe, vestiti, borse. Gli ambulanti sono tutti dotati di mascherina, guanti, disinfettanti; se si vuole provare la merce si mettono i guanti; per le scarpe c’è un calzino monouso.

I bolzanini comunque ci sono e apprezzano: il ritorno delle bancarelle - dopo oltre due mesi di lockdown - porta con sé movimento, colori, chiacchiericcio. Sinonimo di vita. Mancano però i turisti tedeschi.

«Che per noi - spiega Stefania Lavagnoli, un banco di abbigliamento all’ingresso di via Cesare Battisti - rappresentano l’80%-90% della clientela. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che io ad esempio ho pagato per due concessioni, ovvero due banchi, ma adesso ne possiamo aprire solo uno. Soltanto a Bolzano applicano regole così rigide; e solo a noi: perché, scusi, in via Museo, non c’è ressa? A Bressanone, Malles, Andriano e Merano si sta tornando lentamente alla normalità; a Bolzano invece è tutto così complicato».

Si lamenta anche Elisabeth Biendl, che sta portando avanti l’attività ambulante aperta 60 anni fa dai genitori: «Sono tre mesi che non lavoriamo e in più al mercato del sabato di Bolzano posso venire solo due volte al mese. Già c’è poca gente in giro; ci manca solo che una delle due volte piova, è un disastro».

Alex Bertacche, un banco di scarpe, cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: «L’importante è che siamo ripartiti. La gente ha voglia di comprare, anche se a volte ha difficoltà a trovarci perché molti di noi sono stati spostati; io ho dovuto ridurre lo spazio espositivo e dei due banchi ne posso usare solo uno».

Christian Dolzan, un banco di biancheria, ai suoi clienti ha dato il numero di cellulare: «Con le nuove regole ci sono solo due volte al mese e questo non va bene, perché il cliente ha bisogno di sapere che ci trova sempre». Tecla Parin arriva dalla Valsugana con piante e fiori, il banco non è suo ma della ditta Stefani: «Non spendono tanto, comunque comprano. Ho dovuto ridurre un po’ il banco, l’importante però è che potrò venire anche sabato prossimo».

La speranza degli ambulanti è che a breve le regole possano venir ammorbidite e in piazza Vittoria possano tornare tutti i 312 banchi. Escluso dal sindaco - causa lavori - che i banchi possano estendersi su corso Libertà; bocciata dagli ambulanti l’ipotesi ventilata dal Comune di fare due turni, mattina e pomeriggio, si spera nel Consorzio dei Comuni. «Siccome - spiega il sindaco Renzo Caramaschi - il problema non riguarda solo Bolzano ma tutta la provincia, il Consorzio farà una proposta per la riduzione delle distanze tra i banchi. L’ultima parola spetta comunque al presidente Kompatscher». A.M.













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