L’APPUNTAMENTO

Amore, l’energia che muove tutto negli affreschi di Castel Flavon

BOLZANO. La “trasformazione” al centro degli affreschi di Castel Flavon. Trasformazione come conseguenza dell’amore, l’energia cantata da Ovidio nelle sue “metamorfosi” che ha ispirato il ciclo di...



BOLZANO. La “trasformazione” al centro degli affreschi di Castel Flavon. Trasformazione come conseguenza dell’amore, l’energia cantata da Ovidio nelle sue “metamorfosi” che ha ispirato il ciclo di affreschi commissionato nel 1542 dai signori di Fiè. Questo lo spunto di riflessione tutt’altro che banale che l’Azienda di Soggiorno propone nel contesto de “i Luoghi dell’amore” durante il fine settimana di San Valentino. Sarà la restauratrice Verena Mumelter, che nel 2002 ha partecipato ai restauri conservativi degli affreschi, a guidare la visita di sabato alle 11.00 alle sale interne del castello (bus navetta da via Alto Adige alle 10.30). «Le metamorfosi di Ovidio sono proprio la base letteraria di queste scene di Apollo, nella sala dove si farà la visita guidata. Queste metamorfosi parlano di un continuo mutamento, niente resta com’è, tutto cambia ma nulla si perde. Ed è l’amore che opera questo cambiamento. Questa è la metafora. L’amore dunque non è solo un sentimento, ma l’energia che muove tutto, il motore dell’universo».

Gli affreschi cinquecenteschi, opera di un pittore anonimo dell’Italia settentrionale,hanno anche un altro elemento di notevole interesse spiega la restauratrice: « Le scene sono inquadrate in due festoni in cui sono rappresentate un quantità tale di specie vegetali, che non si trovano più, o che sono rare oggigiorno e che sembrano appartenere a un’epoca remota. Una rigogliosissima rappresentazione di verdure e frutti locali, che fuoriescono da una cornucopia simbolo della fertilità. È una bellissima connessione con le metamorfosi, la frutta che cresce, appassisce, viene raccolta, tutto fa parte di un continuo ciclo, tutto questo fa parte del tema della trasformazione».

La visita interesserà anche un’altra sala, “la sala dei Cesari” opera del famoso pittore tedesco Bartlmä Dill Riemenschneider dove sono rappresentati i ritratti dei più importanti imperatori romani, omaggio dei signori di Fié al ramo che li vedeva legati ai principi Colonna di Roma.

Dunque, un’occasione imperdibile quella di sabato a ingresso libero. Appuntamento sul piazzale del Castel Flavon, oppure bus navetta alle 10.30 in via Alto Adige. (al.ba)

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