il caso

Anche il Comune di Salorno revoca la cittadinanza a Mussolini

Accolta la richiesta dei secessionisti di Eva Klotz. Era stata concessa 91 anni fa



Bolzano. Insolito ordine del giorno per il consiglio comunale di Salorno Bassa Atesina. Il sindaco Roland Lazzeri della Südtiroler Volkspartei, che da maggio guida una coalizione con il Pd e la lista civica Impegno per Salorno, ha messo a votazione la revoca della cittadinanza onoraria che fu concessa nel 1924 a Benito Mussolini. Per la revoca della cittadinanza al Duce hanno votato 17 consiglieri, uno solo si è astenuto. «Sono molto contenta del passo fatto a Salorno. Era veramente ora», è il commento di Eva Klotz, la fondatrice del partito separatista Süd-Tiroler Freiheit (Stf). «Sono soprattutto felice, che i giovani del nostro partito si occupino della storia del nostro Sudtirolo sollevando questioni legate al Fascismo come quella che hanno portato avanti a Salorno», dice
Klotz, per lunghi anni consigliera provinciale e soprannominata la Pasionaria.

La lista Stf non è rappresentata con propri consiglieri nel paesino a maggioranza italiana che si trova al confine tra l'Alto Adige e il Trentino, considerato anche come il confine linguistico tra il mondo tedesco e quello italiano. Tuttavia aveva chiesto l'intervento del sindaco, il quale si è subito occupato della questione, come racconta Werner Thaler, segretario della Stf in Bassa Atesina. «Leggendo negli archivi vecchi giornali del 1924 abbiamo notato che anche Salorno nel 1924 aveva concesso la cittadinanza onoraria a Mussolini e abbiamo sollevato il caso al sindaco Lazzeri, a cui va il merito di aver agito tempestivamente.» Negli ultimi anni - sempre su proposta della Stf - altri Comuni della Bassa Atesina come Montagna, Termeno, Ora e Cortaccia hanno revocata la cittadinanza a Mussolini. La stessa Klotz ignora se altri Comuni abbiano dato la cittadinanza al Duce.

Va ricordato che la Bassa Atesina dal 1922 fino al 1948 faceva parte della provincia di Trento come stabilito da un provvedimento del governo fascista per promuovere l'italianizzazione dei cosiddetti «territori mistilingui». Dopo l'introduzione del primo statuto d'autonomia - e per volontà dei cittadini che tennero una grande manifestazione a Castelfeder nel 1946 - il territorio fu riaccorpato alla provincia di Bolzano. «Come abbiamo potuto appurare - spiega ancora Thaler - la città di Bolzano come anche località turistiche come Merano e Caldaro non hanno mai dato la cittadinanza al Duce.»













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