Anche il sindaco di Bolzano commemora Hofer: "Mio eroe fin da bambino"

Schützen davanti alla lapide di Peter Mayr. Walcher duro: via i relitti fascisti, no alla scuola bilingue



BOLZANO. C'era anche il sindaco di Bolzano, ieri alla commemorazione in onore di Andreas Hofer. «Ma non voglio fare confronti con Durnwalder», spegne subito ogni polemica Spagnolli. Davanti al Duomo ha usato parole dure il presidente del consiglio comunale Luis Walcher: «No a falsi compromessi, via i relitti fascisti. E sulla toponomastica diciamo basta a questi continui rinvii». Feste e celebrazioni in tutto l'Alto Adige, ieri, in ricordo di Andreas Hofer. A 201 anni dalla morte dell'eroe tirolese, si è svolta una commemorazione anche a Bolzano. Messa in Duomo officiata dal decano Bernhard Holzer, poi la compagnia dei cappelli piumati di Bolzano si è schierata accanto alla lapide di Peter Mayr. Accanto agli Schützen un centinaio di persone, tra i quali diversi turisti incuriositi, lo stato generale della Volkspartei bolzanina (il vicesindaco Klaus Ladinser con la divisa degli Schützen, l'assessore Judith Kofler-Peintner, il presidente del consiglio comunale Luis Walcher e il leader dell'ala sociale cittadina Christoph Buratti) ma anche il sindaco Luigi Spagnolli: «Andreas Hofer è un mio eroe fin da quando ero bambino. È giusto essere qui, io vado dove mi invitano ma sarebbe un errore fare confronti con la mancata partecipazione di Durnwalder alla festa dell'unità d'Italia». Il discorso ufficiale è stato affidato a Luis Walcher, che ha usato toni molto decisi, ricordando «gli eroi che hanno combattuto per noi, Andreas Hofer, Peter Mayr ma anche gli attivisti degli anni Sessanta» e intervenendo sui temi politici degli ultimi giorni in modo duro: «Appena da Roma è arrivata la notizia dell'accordo per eliminare i relitti fascisti, anche tra di noi si è levata qualche voce critica che si chiedeva se aveva ancora senso. Basta coi tentennamenti, dico no ai falsi compromessi. Abbiamo combattuto 65 anni per togliere questi simboli, la convivenza può funzionare solo se nessun gruppo linguistico si identifica con i relitti fascisti». Critiche a Benussi («mai porteremo i fiori al Duce»), e una scossa al partito su toponomastica («è un tema che va finalmente affrontato, non accetteremo più altri rinvii alle calende greche»), scuola («asili plurilingui e immersione sono un errore, dobbiamo innanzitutto fare in modo che i nostri giovani imparino bene la prima lingua») e amministrazione («il bilinguismo è un diritto da pretendere ovunque»). La celebrazione si è poi conclusa con la salva d'onore da parte degli Schützen bolzanini guidati dal comandante Arthur Bacher.(mi.m)

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