Andriollo in giunta, Baratta infuriato 

Tensioni del gruppo Pd dopo l’indicazione del successore di Repetto. Nessun cambio di deleghe



BOLZANO. «Quando lascerò il Comune? Quasi sicuramente lunedì...». Sandro Repetto ieri ha svolto forse uno dei suoi ultimi incarichi da assessore, presenziando alla firma per gli accordi sulla casa. La settimana prossima, dunque, il sindaco presenterà la delibera di surroga indicando il nuovo assessore (Juri Andriollo) e le sue competenze. Sarà il consiglio comunale ad esaminarla e , nel caso, approvarla. Poi , la giunta accoglierà ufficialmente il suo nuovo membro. Tra i dem, nel frattempo, ci si cura le ferite. Anche perché lo stesso Repetto aveva suggerito un criterio, poi evidentemente disatteso, al gruppo consiliare che doveva decidere il nome del suo successore: «Pensavo e penso ancora, che lo schema avrebbe dovuto essere questo: chi ha avuto più voti doveva essere indicato». Dunque, il nome avrebbe dovuto essere quello di Silvano Baratta. Il quale non l'ha presa molto bene. Infuriato, già lunedì sera Baratta si è scagliato contro Alessandro Huber, capogruppo e segretario del Pd, accusandolo di non averlo invitato alla seduta del gruppo che ha votato Andriollo. «Ci sono i messaggi che parlano chiaro», risponde Huber, «E ritengo opportuna la scelta di Andriollo». Baratta non accetta la decisione. A chi lo contatta dice bruscamente: «Non ho nulla da dire». Soddisfatto invece Andriollo. «Non me l'aspettavo», si schermisce, «e dunque sono sorpreso». Alcuni dem (Gander) hanno già postato commenti in cui plaudono al «cambio di passo e al rinnovamento». Inteso generazionale. Andriollo, nel più perfetto stile felpatissimo scudocrociato, per ora non commenta. Ma quali saranno le sue prime iniziative? «Non so neppure se avrò le stesse competenze di Sandro...». Ma se le avesse? Per esempio nella cultura? «Ho un sogno che coltivo da molti anni. Rivitalizzare con iniziative, eventi e anche stanziamenti l'attività culturale nelle periferie e dunque nei quartieri. Bolzano e il suo assessore hanno fatto moltissimo in questi anni, io coltivo soltanto l'idea di non guardare sempre al centro ma di aprirci anche a rioni che si sentono qualche volta in seconda fila». Poi c'è Caramaschi. Che dopo aver indicato Borgo ha scelto di non creare tensioni tra se e il principale alleato di giunta, lasciando a quest'ultimo l'opportunità di decidere. E le competenze? «Non voglio fare confusione. Chi sta lavorando bene dovrà continuare a farlo». Ergo, nessun rimescolamento all'orizzonte. (p.c.)













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