Anziana investita dal bus: alla famiglia 400 mila euro

La tragedia di via Dalmazia. Il risarcimento ad opera dell’assicurazione Definito con il giudice il patteggiamento dell’autista Sasa a un anno e 4 mesi


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Per l’investimento mortale dell’autobus Sasa nel dicembre scorso in via Dalmazia, Procura della Repubblica e difesa hanno già raggiunto un accordo per chiudere il procedimento penale con un patteggiamento. L’assicurazione ha anche già provveduto a risarcire con 400 mila euro i familiari della vittima (Maria Fodaroni) e la donna che era con lei (Joles Paterno) che riuscì a salvarsi. Nikolaus Hafner , l’autista che era alla guida dell’autobus, è pronto a patteggiare una condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione con i benefici di legge. Questa mattina però, davanti al giudice Silvia Monaco, il patteggiamento non verrà ancora ufficializzato in quanto gli avvocati difensori Flavio Moccia e Stefano Giordano intendono ottenere ottenere qualcosa di più sul fronte della pena accessoria, cioè i mesi di sospensione della patente di guida (che si rifelttono ovviamente sulla sospensione dell’imputato dal lavoro). Nikolaus Hafner è considerato uno dei migliori autisti di cui dispone la Sasa. Per 32 anni di servizio non ha mai avuto alcun problema. Il destino lo ha portato ad essere coinvolto in prima persona nell’incidente del 18 dicembre scorso quando la tragedia, probabilmente, fu causata da un attimo di disattenzione durante la fase di svolta a destra da via Roma in via Dalmazia. Nel capo d’imputazione si parla di negligenza, imprudenza o imperizia. In realtà Nikolaus Hafner non sa ancora capacitarsi su come possa non essersi accorto di quelle due donne che avevano iniziato ad attraversare la strada dopo il via libera dato dal semaforo. Proprio su questo punto, nel corso dell’inchiesta, la difesa ha cercato di giocare qualche carta a proprio favore. Gli accertamenti tecnici hanno infatti evidenziato che l’autobus ha agganciato la vittima sul lato destro ad una velocità minima. in sostanza Maria Fodaroni fu agganciata dalla parte anteriore destra del bus (in fase di svolta su via Dalmazia), arrotata e parzialmente schiacciata dalla ruota anteriore destra. L'anziana donna - si legge nel capo d'imputazione - venne trascinata per 4 metri e mezzo dal pianale sottoscocca dell'autobus. Joles Paterno, l’amica, fu decisamente più fortunata in quanto vide la morte in faccia ma riuscì a salvarsi riportando solo ferire lacero contuse non gravi. L'inchiesta della magistratura ha escluso che l'autista possa essersi trovato per un attimo (quello decisivo) nell'impossibilità di rendersi conto della presenza sulla carreggiata delle due donne che stavano attraversando l'incrocio regolamente lungo le strisce pedonali a fronte della luce verde del semaforo. Ad impedire una adeguata condotta dell'autista , dunque, non vi sarebbe stato alcun "cono d'ombra" ma , secondo la Procura della Repubblica, probabilmente un attimo di disattenzione. E' proprio su questo punto che gli avvocati Flavio Moccia e Stefano Giordano hanno messo a punto la strategia difensiva evidenziando che proprio dopo il mortale incidente l’amministrazione comunale, su indicazione dei vigili urbani, avrebbe disposto una modifica del semaforo per aumentare la sicurezza dei pedoni. L’udienza di oggi dovrebbe essere aggiornata a giugno.

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