Anziani senza ascensore fino a Natale 

Via Novacella. Nuove proteste nella palazzina di sei piani al civico 1M per i tempi lunghi della riparazione annunciati dall’ Ipes: «Prigionieri in casa». Viale Europa, l’inquilina disabile di un alloggio fatiscente potrà trasferirsi in via Rasmo



Bolzano. Ci risiamo. L’ascensore della palazzina Ipes al civico 1M di via Novacella, s’è rotto di nuovo. Poco male se non fosse che, proprio com’è accaduto lo scorso agosto, i tempi per le riparazioni si preannunciano lunghi. Troppo lunghi. Allora, era il 20 agosto, gran parte dei 29 inquilini era scesa in cortile per protestare dopo l’annuncio che l’impianto sarebbe stato riparato solo il 30 agosto. Una protesta civile, ma massiccia ancora più giustificata dal fatto che quello di via Novacella 1M è un “condominio protetto” e cioè una struttura senza barriere architettoniche che ospita anziani e invalidi. A farsi portavoci degli altri inquilini, stavolta, sono Zita Cognolato e Concetta “Tina” Murcione. Per raggiungere Zita, bisogna salire fino al sesto piano e solo scarpinando su quei 60 scalini si può avere un’idea di quanto possano essere un ostacolo insormontabile per una persona anziana o con problemi - anche minimi - di movimento. Insieme a Zita, che ha problemi di salute, troviamo Tina, che abita al terzo piano e sale dall’amica per aiutarla. «Da più di un mese – spiega Zita – l’ascensore va a singhiozzo. Ora è completamente fuori uso, fermo, e il cartello che l’Ipes assicurava che sarebbe stato riparato oggi (ieri, 13 dicembre, per chi legge, ndr). Invece, il cartello è stato sostituito e ci informa che il tecnico arriverà entro il 24 dicembre. Fino ad allora, sarò di fatto bloccata in casa. E come me, tutti gli altri inquilini del palazzo, costretti a contare sull’aiuto di figli, nipoti, familiari e amici. Ipes - rivelano Zita e Tina – ci ha fornito un modulo in cui ci informa che, in caso dovessimo aver bisogno di utilizzare il servizio di ambulanza, noi pagheremo solo 10 euro. Il resto della spesa, la sosterrà Ipes. Bene. Anzi, non tanto bene. Perché non è tanto dell’emergenza, che ci preoccupiamo, quanto della quotidianità che ci vede costretti in casa. E poi, dovremmo credere che l’ascensore sarà riparato la vigilia di Natale?».

In viale Europa

Domenica scorsa, sulle pagine dell’Alto Adige, abbiamo pubblicato l’appello di una donna che, affetta da una malattia degenerativa e con una grave disabilità, lamentava come il suo alloggio al nono piano del palazzo al civico 176 di viale Europa fosse ormai fatiscente e inadatto alle sue esigenze.Allo stesso tempo, l’inquilina chiedeva che l’Ipes l’ascoltasse e le assegnasse un alloggio più piccolo e attrezzato. Due giorni più tardi, una raccomandata di Ipes ha informato la cinquantaseienne che le sarà finalmente assegnato quell’alloggio disponibile in via Rasmo (non via Fago, come avevamo scritto erroneamente). Tempo tre mesi, necessari per portare a termine i lavori di risistemazione, ed R.K. (queste le iniziali della signora) potrà trasferirsi nel nuovo e più accogliente appartamento.













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