Apologia del fascismo, a giudizio due bolzanini: «Fecero il saluto romano»

La difesa: non può essere considerato un reato. Altri due giovani hanno patteggiato davanti al giudice


Susanna Petrone


BOLZANO. Dovranno rispondere di «Apologia del fascismo», reato previsto dalla «legge Scelba», il leader di Casapound Bolzano Andrea Bonazza, 29 anni, così come Mirko Gasperi, 20 anni. I due, infatti, erano stati denunciati il 10 febbraio 2009 alla fine della marcia in ricordo delle vittime delle foibe, perché insieme ad altri due ragazzi avrebbero fatto il saluto romano. Bonazza e Gasperi, difesi dall'avvocato bolzanino Roberto Keller, hanno rifiutato il patteggiamento, perché a loro avviso il saluto romano non sarebbe un metodo fascista. Marco Cleva, 28 anni, e Marco Pomella, 25 anni, invece, hanno deciso di patteggiare rispettivamente 1.000 euro e 730 euro. Il giudice Claudio Gottardi ha dunque rinviato a giudizio Bonazza e Gasperi, come richiesto dal sostituto procuratore Luisa Mosna, e il processo - in abbreviato - si terrà il 26 aprile. La legge «Scelba» sancisce il reato commesso da chiunque «fa propaganda per la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità» di riorganizzare del disciolto partito fascista, oppure da chiunque «pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». L'avvocato Keller sottolinea che «all'interno della stessa legge viene ricordato che ogni caso va giudicato singolarmente». E aggiunge: «I miei clienti sottolineano che non può essere definito un metodo fascista il loro comportamento».

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