BOLZANO

Appalti Tav, impresa altoatesina sottoposta a ricatto 

Sarebbe stata costretta a cedere a terzi parte dei lavori; nel mirino la tratta Milano-Genova



BOLZANO. I magistrati di Roma, dopo aver emesso quattro due ordini di custodia cautelare (ai domiciliari) nei confronti di altrettanti indagati, hanno riconosciuto la competenza della Procura di Bolzano perché uno dei contratti oggetto dell’inchiesta fu sottoscritto a Bolzano negli uffici di una nota ditta edile altoatesina.  

Tra coloro che sono tutt’ora agli arresti domiciliari c’è anche il direttore dei lavori che avrebbe dovuto gestire l’intero appalto e che avrebbe cercato - secondo l’accusa - di ottenere vantaggi personali non da poco. L’ipotesi di reato contestata dalla Procura è «concussione per induzione».

La ditta edile altoatesina finita nell’indagine per aver accettato di subappaltare parte dei lavori ad un’impresa a cui faceva riferimento il direttore dei lavori, è indicata nell’inchiesta come parte lesa, essendo sostanzialmente rimasta vittima di un ricatto. In questo caso la ditta altoatesina (secondo l’ipotesi di accusa) si sarebbe vista costretta a cedere parte dell’appalto ad un altro soggetto indicato dal direttore dei lavori per evitare continui controlli e contestazioni pretestuose.

 

 













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