Appalti truccati, indagati tre altoatesini
Raggiunti da decreto di perquisizione negli ospedali di Bolzano e Merano
BOLZANO. Tocca l'Alto Adige l’inchiesta della Procura di Trento per presunti appalti pilotati nella sanità pubblica. Sabato scorso all’ ospedale di Bolzano e l’altro ieri all’ospedale Tappeiner di Merano i carabinieri del Noe e agenti di Polizia (Squadra Mobile di Trento) si sono presentati con un ordine di perquisizione disposto dalla magistratura finalizzato all’acquisizione di documentazione, computer e telefonini di servizio.
Come spesso succede in questi casi non c’è stata una perquisizione vera e propria in quanto le persone citate nel provvedimento (in relazione alle funzioni svolte nel reparto di competenza) hanno collaborato con gli inquirenti e hanno consegnato agli uomini di polizia giudiziaria spontaneamente quanto richiesto. Ieri nel corso di una conferenza stampa il direttore generale dell’Azienda sanitaria Thomas Schael ha confermato l’impostazione garantista sempre scelta sinora, puntualizzando di ritenere qualsiasi collaboratore inquisito innocente sino ad eventuale sentenza di condanna.
Resta il fatto che i tre inquisiti sono finiti sul registro degli indagati (tecnicamente lo sono essendo stati raggiunti da un decreto di perquisizione) con ipotesi di accusa decisamente gravi. La Procura sta procedendo speditamente ipotizzando l’associazione per delinquere, la turbativa d’asta e la corruzione. Per chi maneggia denaro pubblico sono accuse pesantissime. Come noto nel mirino della magistratura ci sono alcuni appalti per forniture sanitarie vinti da aziende che avrebbero battuto la concorrenza allungando la classica “mazzetta”.