Apprendimento lingue: italiani e stranieri uguali 

Lo studio dell’Eurac. I ricercatori: «Non si nota una relazione tra livello linguistico degli studenti e percentuale di alunni con madrelingua diversa da tedesco e italiano»



Bolzano. Per tre anni, i ricercatori dell’Istituto di linguistica applicata di Eurac Research hanno accompagnato 170 alunni di scuole medie altoatesine nel loro percorso di apprendimento linguistico in tedesco, italiano e inglese. Tra il 2015 e il 2018, otto classi di quattro scuole secondarie di primo grado in lingua tedesca e quattro in lingua italiana hanno partecipato allo studio. Per la prima volta in Alto Adige, i ricercatori hanno potuto osservare i progressi degli alunni nell’arco di diversi anni e acquisire così nuove conoscenze sull’apprendimento linguistico individuale in questa importante fase del percorso formativo. I risultati mettono in discussione alcuni punti che politica e società davano per assodati: nelle classi che hanno partecipato allo studio non si nota una relazione tra livello linguistico degli studenti e percentuale di alunni con madrelingua diversa da tedesco e italiano.

Per lo studio – condotto in stretta collaborazione tra Eurac Research, Centro di Competenza e Centri Linguistici – i ricercatori hanno utilizzato diversi metodi: test di competenza linguistica, registrazioni audiovisive, questionari, osservazione delle classi, interviste con insegnanti e dirigenti, in modo da avere un quadro completo. Oltre alle competenze linguistiche, sono stati analizzati diversi fattori che possono influenzare l’apprendimento della lingua da parte di bambini e adolescenti, come background linguistico della famiglia, uso della lingua nella vita quotidiana, abitudini di scrittura e lettura e uso dei media. Gli studi che registrano i progressi di apprendimento delle classi in modo dettagliato e per un periodo di tempo così lungo sono estremamente rari. Questo richiede da un lato finanziamenti a lungo termine, dall’altro una grande disponibilità da parte di direzione scolastica, insegnanti e genitori, come sottolinea la linguista Maria Stopfner, responsabile dello studio assieme al collega Lorenzo Zanasi: “Si tratta di uno studio esplorativo che non consente di trarre conclusioni sulla situazione in Alto Adige nel suo complesso. Tuttavia, i nostri risultati mostrano tendenze e possono fornire lo stimolo per riconsiderare le ipotesi date per certe e osservare il fenomeno più da vicino”, dichiara Stopfner.

Come dimostra lo studio, misurare il progresso dell’apprendimento invece di rilevare e confrontare le competenze solo in un preciso momento, come spesso succede, fornisce un quadro completamente diverso. “Nelle indagini che verificano le competenze solo in un dato momento, gli alunni che parlano una lingua come prima lingua hanno naturalmente un vantaggio rispetto a chi deve ancora impararla”, spiega Zanasi. Tuttavia, se si prendono come paramento i progressi nell’apprendimento, gli studenti con madrelingua diversa da tedesco e italiano spesso risultano tra i più bravi. Per Stopfner, un cambiamento di prospettiva che si concentri sul progredire dell’apprendimento sarebbe di grande vantaggio: “Non solo per gli alunni, ma anche per gli insegnanti. Soprattutto nelle classi molto eterogenee, gli insegnanti sentono sempre la pressione di raggiungere il livello dei madrelingua e può succedere che non si accorgano di quanti progressi facciano gli altri studenti. E questo alla fine è il principale obiettivo e compito dell’istruzione”.

I risultati dello studio, inoltre, non mostrano legami tra i progressi linguistici di una classe e la percentuale di alunni con altre lingue familiari e lingue d’origine. Non si nota un legame neanche con il background professionale dei genitori.

I risultati dello studio confermano la percezione generale su un punto: a parte i compiti che devono svolgere per la scuola, è in rete che gli studenti leggono e scrivono. Lo studio è parte del progetto “SMS – a lezione con più lingue”a cui l’Istituto di linguistica applicata di Eurac Research ha lavorato negli ultimi sette anni assieme a Ripartizione Pedagogica della Direzione Istruzione e Formazione Tedesca, Direzione Istruzione e Formazione italiana e Direzione Istruzione e Formazione ladina per studiare e promuovere il plurilinguismo nelle scuole altoatesine.

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