Approvato il piano che difende la città da frane e alluvioni

Dopo 2 anni di lavori, pronta la mappa delle zone di pericolo A novembre si parte con la pulizia del greto del Passirio


di Giuseppe Rossi


MERANO. A distanza di due anni dal primo bando di gara, il piano delle zone di pericolo della città di Merano è una realtà. Ieri mattina il sindaco Günther Januth, assieme al comandante dei vigili del fuoco Fabrizio Piras, ha presentato il corposo documento frutto di 24 mesi di analisi e confronti realizzato dal geologo Matteo Marini e dall’ingegner Dietmar Baldauf.

Il Comune per realizzare il piano ha speso 150 mila euro, l’80% sarà rimborsato dalla Provincia. "Merano è uno dei primi Comuni – ha detto Januth – a dotarsi di questo strumento e la scelta di rispettare questi tempi è dettata dal fatto che vogliamo inserire il piano delle zone di pericolo nel masterplan 2030 e del futuro piano urbanistico".

Il piano affronta tre pericoli fondamentali per la città: le frane, le alluvioni e le valanghe. Tutto il territorio comunale è stato suddiviso in zone rosse a grande rischio, in zone blu a rischio medio, in zone gialle a rischio contenuto e in zone grigie a rischio basso.

Nelle zone rosse, che si concentrano per gran parte tra i letti dei 19 corsi d’acqua per attraversano la città e la sua periferia, a Quarazze, a Sinigo Montefranco e tra la val di Nova e la variante per Scena, si potrà demolire, ma non costruire nulla di nuovo, si potranno svolgere lavori di manutenzione, ma solo salvaguardando l’esistente.

Come primo provvedimento, proprio in seguito alla approvazione del piano delle zone di pericolo, nel mese di novembre il Comune con i Bacini montani provvederà a pulire il letto del Passirio da ponte della Posta fino alla confluenza eliminando alberi e arbusti presenti sul greto.

Le zone blu prevedono invece la predisposizione di misure di protezione civile. Tra le zone caratterizzate da una valutazione di pericolo medio ci sono piazza Teatro e via Piave, il tunnel sotto le Terme e l’autosilo da 5 piani, che in caso di esondazione del Passirio a causa del "tappo" che potrebbe rappresentare ponte Teatro andrebbero sgomberate, ma anche via Speckbacher e rione Santa Maria Assunta, legate al rischio esondazione del Passirio (ponte Rezia e di ferro) e dell’Adige. Nelle zone blu sono incluse anche Lazago e Sinigo per il rischio sia di frane che di alluvioni.

Le zone gialle, a rischio basso, sono invece indicate nella zona stazione e in quella ospedale, nella via Wolkenstein, nella zona ippodromo, nell’area caserme e in tutta la piana di campi di mele di Maia Bassa.

Ogni nuovo progetto edilizio che d’ora in avanti verrà presentato dovrà tenere conto del piano delle zone di pericolo. Il prossimo passo, dopo il via libera definitivo da parte del consiglio comunale, sarà la valutazione degli investimenti necessari per mettere in sicurezza le zone della città piú a rischio. Toccherà poi alla Provincia (attraverso i comprensori) trovare i fondi pluriennali per finanziare le opere.

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