AREALE FERROVIARIOGerhard Brandstätter: "Interrare la stazione per dare spazio a Bolzano"

Intervista al presidente dell’'Arbo': interrare la stazione per aumentare la superficie a disposizione, da sfruttare, se possibile, per ampliare gli spazi verdi. La scorsa settimana primo sopralluogo dei dieci vincitori, a gennaio si decide


Davide Pasquali


BOLZANO. Areale ferroviario o Arbo che dir si voglia, si comincia a fare sul serio. E il presidente uscente del cda, Gerhard Brandstätter, racconta il suo sogno: interrare la stazione per aumentare la superficie a disposizione, da sfruttare, se possibile, per ampliare gli spazi verdi. La scorsa settimana i progettisti dei dieci studi di architettura finalisti del concorso di idee volto a delineare il futuro dei 30 ettari intorno alla stazione ferroviaria hanno effettuato un sopralluogo in città, accompagnati dai tecnici comunali e provinciali, che hanno illustrato loro vincoli urbanistici e normative tecnico-edilizie da rispettare. Ora i finalisti avranno tempo fino al termine di novembre per elaborare e presentare le loro idee. La giuria di esperti internazionali si riunirà tre o quattro volte fra dicembre e gennaio, per esaminare i progetti e stabilire chi sia il vincitore del concorso. Poi, la palla passerà ai soci, ossia Provincia e Comune, che dovranno decidere il da farsi e condurre a termine le trattative con Rete ferroviaria italiana, per la cessione dell'area in cambio della realizzazione gratuita di una nuova stazione ferroviaria. Intanto - questo almeno è l'auspicio - a giorni i soci dovrebbero rendere nota la composizione del nuovo cda, appena decaduto. Dunque, il primo ciclo triennale della spa si è concluso. È ora di stilare un primo consuntivo e guardare oltre. Racconta come sia andata finora e cosa succederà nei prossimi mesi/anni il presidente uscente, l'avvocato Brandstätter, che parla dell'areale come del «progetto del secolo», di «un esperimento di riordino urbanistico che potrebbe servire da esempio virtuoso a livello nazionale», «di una chance per lo sviluppo futuro del capoluogo» e - last but nor least - «di una occasione, a favore del settore edilizio locale, per uscire dalla attuale fase di crisi economica».

Presidente Brandstätter i titolari dei dieci prestigiosi studi di architettura vincitori della prima fase concorsuale sono stati convocati per la prima volta giovedì, quale lo scopo?
«È stato duplice. Intanto è stata consegnata loro tutta la documentazione tecnica, normativa e urbanistica, con le varie prescrizioni da rispettare. In secondo luogo, è stata effettuata una serie di sopralluoghi lungo l'areale stesso: vincoli, opportunità ecc.».

La prima fase del concorso, infatti, non prevedeva la presentazione di alcun progetto, neppure a livello embrionale.
«Anche se a molti questo aspetto è sfuggito, fino ad ora alla Società non sono pervenuti né progetti, né prospetti, né schizzi o simili. La scrematura dei partecipanti alla prima fase del concorso si è effettuata esclusivamente in base a titoli e referenze. Insomma, ci siamo basati solo sui curriculum lavorativi dei vari studi professionali candidati».

Non si tratta di un metodo, ci passi il termine, un poco semplicistico?
«Non direi, è la strada percorsa normalmente a livello internazionale quando ci sono in gioco aree e progetti di dimensioni così ampie. Intanto, non si riuscirebbe mai a trovare una giuria di esperti in grado di esaminare cento o duecento progetti, anche se solo preliminari. Occorrerebbe troppo tempo. E comunque, non si riuscirebbe mai e poi mai a trovare cento o duecento studi di architettura in grado di perdere tempo (molti mesi) e denaro (decine e decine di migliaia di euro a studio) per predisporre i loro progetti, uno solo dei quali destinato a essere il vincitore».

Dunque, fra i 143 candidati iscritti al concorso, a luglio si sono scelti i 10 studi in grado di presentare un progetto di livello sufficiente per poter essere preso in considerazione?
«La giuria internazionale - mi urge un inciso: di livello elevatissimo, non mi sarei mai aspettato che avrebbero accettato tutti di partecipare - ha esaminato i curriculum degli architetti, selezionando chi aveva realizzato progetti simili per dimensioni o impatto urbanistico, economico e sociale sul territorio. Solo questi dieci professionisti hanno diritto ai premi in denaro: 100.000 euro per il primo, 75.000 per il secondo, 50.000 per il terzo e 30.000 a testa per gli altri. Sembrano cifre importanti, ma una simile opera di progettazione è piuttosto lunga - il tempo a disposizione è di 130 giorni - e soprattutto costosa: personale, spostamenti, sopralluoghi, fotografie, materiali vari. Per ben che vada, chi partecipa rientrerà nelle spese».

Ma cosa progetteranno?
«Esattamente non lo sappiamo nemmeno noi. Ci sono dei punti fermi, ma per il resto aspettiamo le loro idee. Nell'areale dovranno trovare posto superfici dedicate al residenziale, al commercio, ai servizi, all'artigianato, ampi spazi verdi e, soprattutto, il fulcro dell'intero trasporto pubblico del capoluogo. Tolto magari qualche spazio per la Provincia, usato per concentrare gli uffici dell'amministrazione e agevolare cittadini e dipendenti provinciali, e tolto magari uno spazio per il Comune, se servirà, il resto sarà libero. Ancora i soci non hanno stabilito le percentuali di superficie da assegnare a ciascuna destinazione. Sarebbe stato eccessivamente riduttivo. Uno spazio di decine di ettari, in centro città, pone sfide difficili ma assai affascinanti. Per questo motivo al concorso si sono presentati studi di levatura internazionale, tanto che la giuria si è vista costretta a scartarne alcuni molto noti».

Non erano all'altezza?
«Per selezionare i dieci finalisti, la giuria non ha tenuto conto solo delle capacità architettoniche e urbanistiche, perché è inutile progettare qualcosa di magnifico e avveniristico, se poi non è finanziariamente sostenibile. L'idea vincitrice dovrà essere fattibile economicamente, e il vincitore dovrà spiegare quanto e come la si dovrà finanziare. Starà poi a Provincia e Comune, soci al 50%, decidere se realizzare l'idea in toto o in parte, magari sfruttando le idee anche di uno o più degli altri finalisti».

Entrando più nel concreto: cosa dovrà necessariamente ospitare, l'Areale?
«Lo snodo del sistema di trasporto pubblico urbano ed extraurbano. La stazione, in primo luogo. Non avrebbe senso spostarla fuori dall'areale. La soluzione migliore sarebbe l'interramento, ma è difficile tecnicamente e molto costoso. I treni non possono superare una pendenza superiore al 7%, per cui, dopo il previsto spostamento in galleria del traffico pesante, per interrare la ferrovia passeggeri si dovrebbe partire da lontano, tipo da Aslago. C'è da sperare che i progettisti trovino il modo di risolvere il problema tecnico in qualche modo, chissà. Sarebbe la cosa migliore, interrare la stazione, perché libererebbe lo spazio in superficie, aumentando così anche la possibilità di realizzare un parco o un giardino, in una parte di città non molto ben dotata quanto a spazi verdi».

È soddisfatto del lavoro portato a termine sinora?
«Direi di sì: nonostante chi ha perso le gare d'appalto abbia tentato di metterci i bastoni fra le ruote, in entrambi i casi, transando, siamo riusciti ad appaltare sia i servizi amministrativi della società all'esterno (per comprimere i costi Arbo non ha né sede né personale, e i consiglieri di amministrazione non percepiscono alcun compenso, ndr) sia il sondaggio geologico dell'Areale, già effettuato. Poi abbiamo bandito il concorso di idee, che si concluderà a novembre con la consegna dei progetti e a gennaio con la proclamazione del vincitore. In tre anni abbiamo fatto abbastanza».

E ora, cosa succede?
«Ho rimesso il mio mandato nelle mani del presidente Durnwalder e sono a disposizione. Sono sicuro che Provincia e Comune, anche dopo i dovuti confronti interni e fra loro, sapranno decidere per il meglio, e soprattutto in tempi ragionevoli. Perché questa è un'occasione più unica che rara, anche per la nostra economia. Le maggiori ditte edili altoatesine potranno concorrere ai bandi di gara europei, le piccole e medie potranno supportarle».

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