L'operazione

Areale Fs, la Provincia compra e poi rivende i terreni a lotti 

Si pensa ad una procedura più semplice, pare ormai abbandonata la ricerca di un investitore unico. Questa la strategia auspicata da Kompatscher: stazione costruita con i fondi Pnrr, aree acquistate con un mutuo 



BOLZANO. La nuova stazione ferroviaria costruita con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I terreni, oggi occupati dai binari, acquistati direttamente dalla Provincia e rivenduti in lotti.

Questa la strategia semplificata alla quale sta lavorando il governatore Arno Kompatscher, per far partire la riqualificazione dell’areale ferroviario di cui si parla da almeno vent’anni.

Grande sostenitore della soluzione “spezzatino”, ovvero dell’opportunità di suddividere in più lotti i 48 ettari dell’areale ferroviario, era Christoph Baur, all’epoca vicesindaco nella prima giunta di Renzo Caramaschi, ma alla fine era rimasto solo e si era dimesso. Era il 19 giugno del 2019, quando aveva rassegnato le dimissioni. Via dalla giunta, fuori dal Consiglio. Al suo posto in giunta era entrato l’attuale vicesindaco Luis Walcher.

Adesso, a tre anni di distanza, torna a prendere quota l’ipotesi di una procedura semplificata, per sbloccare un iter fermo ormai da un paio d’anni. In ballo c’è la più grande espansione urbanistica degli ultimi decenni: lì dove oggi ci sono i binari, sono previsti 1.700 alloggi, di cui circa 500 destinati all’Ipes. Oltre ad altre opere pubbliche, tra cui una piscina coperta da 50 metri.

Troppo complessa però l’attuazione dell’operazione, pensata originariamente e segnata dal concorso di idee vinto nel marzo 2013 dalla cordata di architetti guidata da Boris Podrecca: areale assegnato a un investitore privato (o cordata di investitori), che si fa carico dello spostamento dei binari, della costruzione della nuova stazione e della realizzazione di altre opere pubbliche, finanziandole attraverso l’operazione immobiliare sugli ettari liberati.

«La trattativa in corso con Rfi - spiega il presidente Arno Kompatscher - prevede di impostare in maniera completamente diversa la trattativa. Lo schema potrebbe essere questo: la società con i fondi del Pnrr avrebbe la possibilità di realizzare la nuova stazione - costo ipotizzato circa 200 milioni di euro - e occuparsi dello spostamento dei binari; la Provincia invece provvederebbe all’acquisto dei 48 ettari dell’areale».

Per comprare i preziosi terreni, la Provincia starebbe pensando ad un mutuo con la banca d’investimenti europea. Ovviamente, questo presuppone che si modifichi innanzitutto l’accordo di programma con le ferrovie.

Quindi verrebbero fatti dei bandi di gara europei: non più uno solo - com’era nell’ipotesi iniziale - ma più d’uno. Perché la vendita dei 48 ettari avverrebbe a questo punto a lotti.

Si è stimato che l’operazione areale Fs valga più o meno intorno al miliardo.

Gli acquirenti, oltre al costo delle aree, dovranno accollarsi, molto probabilmente, anche le spese per la costruzione delle opere pubbliche che, in particolare il Comune, intende realizzare.

Due esempi su tutti: l’ex officina delle ferrovie, che dovrebbe diventare un centro multiculturale, e la piscina coperta da 50 metri. Un impianto che attualmente manca non solo in Alto Adige, ma a livello regionale. Tanto che gli atleti locali devono “emigrare” per allenarsi in una vasca olimpionica. Un’ulteriore incognita in quest’operazione è rappresentata dai costi di un eventuale intervento di bonifica da sostanze inquinanti e ordigni bellici, caduti sulla linea ferroviaria, durante la guerra mondiale. È possibile che vengano suddivisi in parte su Rfi e in parte sugli acquirenti delle aree.













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