Areale, i privati dovranno mettere subito 200 milioni 

Definito l’elenco degli oneri per aggiudicarsi il cantiere: oltre alle infrastrutture copriranno i costi di piscina, centro anziani, polo culturale e nuova questura 



BOLZANO. Viene chiamato “soggetto attuatore”. Sui primi fogli dell'accordo di programma per la riqualificazione dell'Areale, si definisce così il privato (impresa, gruppo di imprese, cordata, fondo) che costruirà la più grande addizione urbana nella storia di Bolzano. E a suo carico è stato stabilito cosa dovrà “portare in dote” per assicurarsi il cantiere. L'ultimo tassello per concludere l'iter. In sostanza, i carichi a spese del privato. Eccoli: 1) una piscina pubblica di tipo olimpionico (costo intorno ai 27 milioni); 2) un centro culturale capace di ospitare grandi eventi (35 milioni); 3) un centro per anziani costituito da casa di riposto , in varie formule, luoghi di socializzazione e cultura; 4) la nuova questura (che si autofinanzierà avendo già un affittuario istituzionale) ; 5) porzioni del futuro patrimonio immobiliare che l'impresa vincitrice del bando ricaverà dallo spostamento dei binari da destinare a edilizia coop o agevolata; 6) tutti gli oneri di urbanizzazione del lotto; 7) acquisizione di tutte o quasi le quote di Arbo, la società al 50 e 50% di Comune e Provincia che ha gestito finora la questione Areale. È questo il capitolo che racchiude i maggiori costi per il "soggetto attuatore". I calcoli stanno per essere definiti nel dettaglio ma il monte spesa per chi dovrà prendersi le quote Arbo per poi costituire una sua nuova società di conduzione delle attività costruttive e contrattuali (appalti, cantiere, progettazione delle strutture pubbliche e accessorie) dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 milioni, euro più euro meno. Sommati anche soltanto alle spese da affrontare per la costruzione di piscina e centro interculturale, con in più il centro anziani, si sfiorano i 200 milioni. Ecco perché in Comune ieri i funzionari addetti alla stesura dell'accordo di programma con anche gli esperti provinciali, delle Ferrovie e di Arbo hanno convenuto: «Se il percorso per la definizione del documento è da 0 a 100 allora in queste settimane siamo arrivati al 93% del cammino». Tradotto, vuol dire questo: che entro poche settimane l'accordo verrà definito e chiuso nei dettagli e, dunque ben prima della fine della primavera, potrà essere preso in carico nel suo passaggio politico. Che consiste nella sua approvazione da parte della giunta provinciale (scontata, visto che la Provincia e i suoi vertici hanno partecipato alla stesura) e, infine, da parte del consiglio comunale. In quest'ultimo passaggio è probabile che il dibattito sarà più esplicito e acceso ma, in ogni caso, esiste una grande maggioranza favorevole all'impresa. Dopo l'estate i passaggi politici saranno conclusi e si avvierà il bando per l'assegnazione al "soggetto attuatore". È stato decisivo in questi mesi, giungere al combinato disposto, interno al contratto-accordo, tra oneri (la piscina, i centri ecc.) e benefici (il valore immobiliare dell'area di risulta dallo spostamento dei binari) per quanto riguarda il soggetto attuatore. Perché era essenziale l'equilibrio tra dare e avere. Un eccessivo spostamento delle richieste sulle cose da fare avrebbe tolto possibilità di successo al bando internazionale, sfoltendone i partecipanti; un beneficio eccessivo per il costruttore sarebbe andato nella direzione opposta, privando il pubblico del proprio valore aggiunto, cioè il possesso e la vendita di terreni comunque giudicati preziosi in una prospettiva di gestione immobiliare degli stessi. Infine restano fissi, e molto importanti, i costi di spostamento dei binari. Per una spesa ben superiore ai 3/400 milioni le rotaie dovranno essere piegate ad arco (ecco la definizione di "arpa" nel progetto di Podrecca) per consentire di liberare le aree a tutt'oggi occupate dalle direttrici di passaggio dei treni. È dentro questo quadrante urbano inedito che il soggetto attuatore dovrà ricavare il suo guadagno, così da consentirgli di espletare tutte le richieste del pubblico, infrastrutturali e costruttive. E sono stati questi difficili calcoli, la ricerca di questo complesso equilibrio tra interessi pubblici e privati, ad aver rallentato in questi mesi la definizione dell'accordo di programma, che tutti questi oneri-benefici con le relative cifre doveva contenere al suo interno. Ma ora siamo al traguardo. (p.ca.)















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