Areale, scontro aperto sui costi 

Il Comune chiede modifiche all’accordo per blindarsi. Il coordinatore Berger firma le dimissioni 



BOLZANO. Areale ferroviario, la crisi scoppia a un passo dal traguardo. Hermann Berger, responsabile unico del procedimento all’interno della società Arbo, vuole dimettersi. La sua lettera di congedo è già stata scritta e firmata. Se ieri l’ex direttore generale della Provincia non l’ha consegnata ufficialmente a Provincia e Comune è perché il presidente provinciale Arno Kompatscher gli ha chiesto un rinvio, per provare a risolvere la situazione.

«Sì, voglio lasciare l’incarico. La lettera è pronta», conferma Berger quando trapela la notizia delle dimissioni (sul sito Salto). Alla base c’è uno scontro con i rappresentanti del Comune (Andrea Zeppa e Ulrike Pichler) sul testo ormai quasi definitivo dell’accordo di programma. Il Comune ha chiesto alcune modifiche al testo per blindarsi al massimo rispetto ai costi delle opere pubbliche. Come è sempre stato dichiarato, l’operazione Areale per gli enti pubblici alla fine dovrà essere a costo zero (salvo il capitolo dell’edilizia abitativa per la Provincia). Nelle ultime settimane gli incontri tecnici tra i rappresentanti del Comune, della Provincia e gli advisor di Arbo sono stati frequenti. A metà maggio la delibera era stata discussa in giunta provinciale, La crisi si è aperta con le richieste del Comune di modifiche al testo, che dovrà essere firmato da Provincia, Comune di Bolzano, Rete ferroviaria Italiana Spa, Trenitalia Spa, FS Sistemi urbani Srl e Areale Bolzano ABZ Spa. In base all’accordo, verrà poi bandita la gara europea per individuare la società che si farà carico di tutta l’operazione. Il progetto comprende opere pubbliche come la stazione ferroviaria, la stazione dei bus, la piscina comunale, il centro culturale, la questura, che dovranno essere realizzate dal vincitore, defalcando tra l’altro i costi dagli oneri di urbanizzazione. La maxi operazione su 47,5 ettari deve stare in equilibrio con i proventi degli investimenti immobiliari privati (residenze, commercio, terziario). Secondo quanto riferiscono fonti del Comune, l’amministrazione ha ritenuto che nella concatenazione degli articoli non fosse blindato al cento per cento il principio che l’amministrazione non dovrà coprire in alcun modo i costi delle strutture pubbliche. C’era il timore che una interpretazione degli accordi sugli oneri di urbanizzazione potesse aprire in futuro una controversia con la società vincitrice. Sono circolate stime di alcune decine di milioni che avrebbero potuto essere chiesti agli enti pubblici per coprire in parte i costi delle opere. Partito l’allarme, il Comune (in dialogo con la Provincia) ha proposto le modifiche. «Nessuno stravolgimento, solo miglioramenti su principi su cui lo stesso Berger si è dichiarato d’accordo», chiarisce il direttore generale del Comune Zeppa. Berger replica: «Le modifiche sollecitate uccidono il progetto. Sono assurde. Così la gara rischia di andare deserta. Possono farlo, ma vadano avanti senza di me. Serve un bilanciamento delle richieste che si pongono al mercato. Se sbilanci tutto a tuo favore, chi si presenta?». Il sindaco Caramaschi si dice fiducioso: «Berger farà ciò che ritiene. I nostri hanno lavorato per stendere al meglio un accordo complesso». (fr.g.)

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