Areale, tempi biblici e nessun finanziatore

Il presidente della società assicura che ci sarà un’accelerazione del progetto Ma resta il problema di trovare un privato pronto a metterci 300 milioni


di Paolo Campostrini


BOLZANO. L'Areale del nostro scontento. Ma mai doma. «Siamo pronti a partire con il bando», dice Johannes Schmiedhofer. Si cerca soltanto un advisor per seguirlo e portarlo in fondo. Poi il presidente dell'Areale e vice delle Raiffeisen fa un sospiro: «Certo, il vincitore, quello che si prenderà in carico tutta l'operazione, dovrà avere le spalle larghe. Sarà chiamato a investire subito almeno 300 milioni. Forse qualcosa di più. E poi valorizzare i terreni che avrà in cambio. Non dovrà avere fretta...».

Una notizia è che il bando è quasi pronto, l'altra è che tra il dire ( e l'indire...) e il fare c'è di messo la necessità di trovare fondi e investitori di grande portata, internazionali, con possibilità economiche sconosciute in provincia. Dopo che il sindaco (ormai dimissionario) Spagnolli ha detto che se condizioniamo ogni progetto all’areale Bolzano muore d'inedia, "perché bisognerà aspettare la conclusione dei lavori dell'Eurotunnel", l'Areale spera in tempi meno biblici: «Tre anni», azzarda il presidente. Come aveva annunciato qualche tempo fa il suo predecessore, Gerhard Brandstaetter. Ma senza problemi tecnici insuperabili: «Non sarà necessario attendere il tunnel - dice Schmiedhofer - e poi la costruzione del passante ferroviario a Bolzano. Il progetto prevede lo spostamento dei binari verso sud e una bretella per le merci».

Un by pass provvisorio in attesa delle grandi opere. Ma se quelli legati al progetto tecnico sono nodi già sciolti in fase di predisposizione del calendario lavori, è il piano finanziario a mantenerli ben serrati. Centinaia di milioni di euro, anche dopo l'esperienza benkiana, non sono un genere facilmente rintracciabile nei paraggi. Dunque, l'Areale è pronta ma non ancora in grado di fissare una data. E così, il mondo economico affianca il sindaco nella sua frustata programmatica. Tanto che Claudio Corrarati e le sue piccole imprese mettono fretta al Comune: «Avviamo i progetti, smuoviamo quelli bloccati, favoriamo gli investimenti perchè l'Areale non deve fermare l'economia per i prossimi vent'anni».

In sostanza l'allarme lanciato da Spagnolli, nonostante le fiduciose puntualizzazioni della società Areale, sono una manciata di realismo gettata anche sul tavolo del confronto politico che pone sempre più spesso l'Areale come un elemento condizionante rispetto a tutti gli altri progetti. «È giusto guardare alle questioni con meno ipotesi e più pragmatismo - insiste Corrarati - altrimenti dovremo attendere decine di anni per ragionare sui cantieri e le riqualificazioni. Senza contare che da qui ai prossimi decenni, il mondo potrebbe cambiare. Anzi è già cambiato». Dunque, per le imprese, soprattutto per quelle impegnate nella cantieristica immobiliare, "non vanno più bloccati i pru in attesa di una chimera. Vanno, certamente, uniformati progettualmente alla grande opera, ma non frenati per troppo tempo in attesa del cantieri dei nostri sogni. Bolzano deve vivere tutti i giorni". Anche perché l'edilizia, il settore che aveva prodotto il boom economico bolzanino, è quella che soffre di più. Tra cassa integrazione, crisi delle imprese grandi, fallimenti in quelle medie e piccole, la prospettiva di attendere anche solo dieci anni fa rabbrividire: "Da qui al 2020 potrebbero chiudere ancora centinaia di aziende". ( p.ca.)













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