Arendt, Techpark, Alperia: viaggio nell’altra Bolzano 

Venerdì il #ValentineBusBz si sposterà sul pentagramma del recupero urbano Un percorso romantico attraverso i nonluoghi riqualificati, da Dante al Noi


di Sara Martinello


BOLZANO. Sono passati più di vent’anni da quando Marc Augé parlò per la prima volta di nonluoghi, spazi con una funzione precisa di cui le persone sono semplici fruitrici. Anche Bolzano ha i suoi, ha le sue periferie e i suoi totem della spersonalizzazione. Così, l’occasione del San Valentino può diventare un pretesto per vivere le zone su cui lo sguardo si sofferma raramente: venerdì 9 febbraio un bus speciale, il #ValentineBusBz, partirà dal centro storico alla volta dell’altra Bolzano, in un viaggio che si snoda verso un futuro metropolitano centripeto. Roberta Agosti, direttrice dell’Azienda si soggiorno, ha salutato l’iniziativa con grande fiducia: per “I luoghi dell’amore” questo è ormai l’ottavo anno di vita e anche il momento di volgersi ai luoghi dimenticati di Bolzano. Soddisfatta anche la curatrice del progetto, Roberta Benatti: «La città che cambia e si rinnova è una città che finalmente sta prendendo un respiro un po’ più europeo, stimolando chi la vive. Alcuni luoghi privi di identità hanno attraversato un processo di storicizzazione, di rielaborazione e di recupero che ha permesso che questi luoghi tornassero ad appartenerci: pensiamo al Noi Techpark, la fabbrica rigenerata grazie al progetto dell’architetto Claudio Lucchin, risorto come luogo che pulsa e di cui noi dobbiamo sentirci parte. È il risultato di una lettura contemporanea che guarda al futuro. Altri ambienti, come piazza Tribunale, hanno catalizzato i contrasti di cui man mano sono stati caricati: ecco, la storicizzazione può sbloccare in senso positivo il recupero di questi spazi dalla dimensione di nonluoghi».

Le tappe. Il percorso del #ValentineBusBz seguirà il filo rosso dell’innovazione, cioè degli interventi urbanistici, culturali e artistici che permettono di guardare la città con una prospettiva nuova. Ad accompagnare i viaggiatori urbani sarà Stefan Wallisch, giornalista e curatore, insieme a Luisa Righi, di numerose guide caratterizzate da una ricerca sul territorio. Benatti lo presenta come un moderno Virgilio: gli ospiti del tour, novelli Dante, attraverseranno la città altra in una sorta di rovesciamento narrativo - dalla periferia al centro, dall’abbandono al recupero, dalla passività del tran tran quotidiano all’attivazione dello sguardo. Si partirà dalla sede dell’Azienda di soggiorno, in via Alto Adige, per poi visitare piazza Tribunale insieme allo storico Andrea Di Michele, il Noi Techpark con l’architetto Claudio Lucchin e, con gli architetti Paolo Vanoni e Valentina Bonato, l’Alperia Tower (o, più prosaicamente, “il boilerone”), il serbatoio di accumulo alto 42 metri a Bolzano Sud.

E proprio quest’ultima è esempio di recupero attraverso una valorizzazione architettonica, grazie al progetto degli architetti Valentina Bonato, Dario Cagol e Helmuth Niedermayr insieme all’artista Julia Bornefeld. «Abbiamo voluto conferire alla torre una vita propria, mantenendone però il carattere industriale. Alcuni nonluoghi possono trovarsi in stato di abbandono: così abbiamo portato al di fuori ciò che succede all’interno del serbatorio, che in questo modo diventa oggetto di attenzione a cui la gente si avvicina - e si fa propulsore di aggregazione. In questo senso, l’estremizzazione del nonluogo permette di riportarlo alla città. L’involucro stesso, in alluminio anodizzato, interagisce con l’ambiente, illuminandosi di colori durante le ore notturne e giocando con luci e ombre durante il giorno».

La musica. Il viaggio nell’altra Bolzano sarà accompagnato dagli interventi musicali dei giovani allievi del Conservatorio, tutti a tema: la musica klezmer in piazza Tribunale, l’elettronica al Noi Techpark, il sassofono durante il ritorno in via Alto Adige. Il direttore Giacomo Fornari, che sabato 10 condurrà l’ensemble d’archi Monteverdi Akademie nel cortile di Castel Mareccio, svela lo stretto legame tra musica e città: «Anche nella musica esiste una periferia, un punto di evoluzione da cui si può partire per arrivare al centro. Oggi si scrive e si fa musica in un modo diverso, si aggiunge l’elemento dell’improvvisazione, ci si scosta dal “centro” della musica strumentale e si elaborano nuove forme, tutte vitali. Vorrei ringraziare Manuel Gatto e l’Azienda di soggiorno per aver “contagiato” il Conservatorio anche quest’anno: la musica non è solo un atto d’amore, bensì amore puro. Per i nostri giovani musicisti - e parlo di nomi del calibro di Giulia Dainese o di Sophie Pardatscher - questo viaggio è un modo per incontrare il pubblico, cioè per essere in mezzo alla città, nella periferia e nel centro».

Prenotazioni: 0471-307000. È possibile seguire il viaggio (anche in parte) sul bus o spostandosi autonomamente.













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