LAIVES. La giunta provinciale ha approvato l'altro giorno la graduatoria per l'apertura di nuove farmacie, una delle quali è prevista anche per la città di Laives, dove già operano due farmacie (la Pietralba e la Puce). Le altre due farmacie nel territorio comunale sono quella del dottor Salvaneschi, a Pineta e del dottor Bertazzoni a San Giacomo. Che la città di Laives, in base al numero dei suoi abitanti potesse avere una farmacia in più lo si sapeva da tempo e infatti, già la passata amministrazione comunale aveva previsto che, nel caso in cui qualche farmacista decidesse di aprirla, avrebbe dovuto fare riferimento alla zona est della città, vale a dire, tutto il quartiere Sottomonte che in questo settore è completamente sguarnito.

"Contro questa possibilità però uno dei farmacisti locali ha già presentato ricorso - ricorda il vice sindaco Giovanni Seppi - e ad oggi non sappiamo altro, così come non mi risulta vi siano richieste di poterne aprire una intanto. Sottolineo comunque che, come stabilito, nel momento in cui dovesse succedere che un farmacista intenda aprire in città, la zona indicata è quella del quartiere di via Sottomonte".

Più pessimistico il parere che avevano dato già allora i farmacisti locali, convinti che il mercato sia oramai saturo e quindi una nuova farmacia farebbe molta fatica a sopravvivere, oltre a far diminuire il fatturato delle altre già presenti. Ad ogni modo, al concorso provinciale avevano partecipato ben 83 farmacisti e di questi, 19 avranno la possibilità di aprire effettivamente una farmacia nei centri indicati, tra i quali la città di Laives.

Adesso intanto dovranno trascorrere i sessanta giorni durante i quali potrebbero arrivare dei ricorsi contro la decisione provinciale. Passato questo lasso di tempo si potrà capire meglio se, effettivamente, vi è un reale interesse da parte di qualcuno ad aprire una nuova farmacia a Laives: per quelli che già ci sono, come detto sarà abbastanza improbabile dal punto di vista della convenienza economica e poi c'è anche il ricorso già presentato da uno dei farmacisti cittadini a tenere in ballo la questione. Sulla carta insomma il posto c'è, dipende però dalla convenienza effettiva se occuparlo o no.

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