Artioli: Calderoli ha sbagliato ma i veri razzisti sono altri

La consigliera della Lega: «Certi esponenti Svp sugli italiani dicono cose tremende» Sull’accusa di discriminazione: «Ma alle vittime degli stranieri non pensa nessuno»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Questa è l'estate dell'orango ma noi, nel nostro piccolo, avevamo già avuto l'inverno del maiale. Era il gennaio del 2009 quando la Lega Nord altoatesina organizzò una manifestazione per dire no alla moschea ai Piani di Bolzano. Una manifestazione con tanto di maialino “profanatore”, convertito all’ultimo momento in salame e speck su sollecito invito dei leghisti trentini, e di Erminio Boso in particolare, che convinsero Elena Artioli a più miti consigli. Come dire: da Treviglio a Bolzano, la Lega casca sempre nella zoofilia. «Sono passati anni - dice oggi Elena Artioli - Adesso sono gialla e non più verde. Sono civica».

Sì, come Tosi, il sindaco di Verona. E con il via libera di Maroni...

«Leghista o no, vuol farmi dire cosa penso di Calderoli?»

Proprio così.

«Penso che un politico debba dare l'esempio. Che battute come questa dell'orango uno se le può permettere solo a cena con gli amici. E che ha sbagliato. Ma detto questo, hanno esagerato».

Troppa enfasi?

«Sembra abbia ammazzato qualcuno. Tutti quei titoli e non si parla più della violenza, delle donne stuprate e dei tanti problemi che abbiamo».

Ma la Kyenge è una donna, ed è nera.

«Quando Berlusconi ha detto di peggio della Merkel hanno fatto solo qualche vignetta.

Ma qui c'è del razzismo.

«C'è un errore. E si dimentica che, al di là di quella sua scivolata in un comizio, Calderoli è un grande tecnico. Nella discussione sulle Regioni ha salvato le autonomie, ha tolto le Province speciali come la nostra dai pericoli di norme centralistiche. Il razzismo vero è un altro. Si ricorda cosa diceva Ellecosta (Svp) degli italiani? Se n’era uscito affermando che sono come le belve della foresta, che se dai loro una mano ti mangiano il braccio. E poi tutto il razzismo che emerge nei discorsi privati di tanti Svp e che solo qualche volta raggiunge il pubblico. Come quell'altra perla, dei pachistani meglio degli italiani».

Insomma, Calderoli ha sbagliato ma...

«No, Calderoli ha sbagliato, punto. Perché le parole sono come pistole puntate. Possono uccidere. Sono felice che Grillo, un altro che le usa come delle armi, sia in difficoltà».

C'è sempre un malcelato razzismo che emerge da ogni discorso leghista sull'immigrazione. Anche lei, sia dentro che fuori dalla Lega...

«Il problema non è il razzismo, che può essere una pessima conseguenza. Il problema è la pessima legge italiana sull'immigrazione».

Ma è la Bossi-Fini...

«Che non è applicata. E comunque, non si fa nulla contro i clandestini, la vera piaga. L'altro giorno ero sul Renon e ho visto piangere una contadina: le avevano appena svaligiato il maso. E' un dramma. Questi rubano, aggrediscono. Davanti allo Sheraton era una banda di albanesi. Ma è così dappertutto. E' successo anche a me».

Un'esperienza personale?

«Mio figlio è stato picchiato da un albanese davanti alla scuola. Mio figlio ha 16 anni, l'altro ne ha venti. Gli ha dato un pugno da farlo svenire. Denuncia, verbali ma nessuno può far niente».

Anche i ragazzi italiani non scherzano con le risse e quando bevono.

«Ma con gli stranieri abbiamo le mani legate, questo è il punto. Stanno un giorno dentro e poi, tutti fuori. Li favoriamo sui ticket sanitari, si prendono le case Ipes a costo zero mentre gli italiani devono sudarsi ogni metro di casa».

Allora Calderoli ci ha azzeccato: pentito dell'insulto sì, ma sa anche che dire certe cose porta voti.

«Io certe cose le dico da sempre. Bisogna essere duri, mettere un freno. Gli stranieri ci stanno inondando. A Oltrisarco la gente ci pensa due volte prima di uscire la sera. Il razzismo vero lo subiscono gli italiani. E anch'io, con tutta la mia famiglia, che dai tedeschi siamo considerati traditori. Abbiamo ricevuto minacce».

E che dice delle donne, delle quote, del fatto che la ministra è una femmina insultata? Non è che siete un'area politica un poco maschilista?

«E io, chi sono? Nessuno nella Lega mi ha mai posto problemi di genere. Guardate invece a sinistra. Anche i Verdi. Hanno Heiss e Dello Sbarba e le donne devono sgomitare. La Svp non sa che pesci pigliare per arrivare al 30% di donne in lista. Io invece ci sono già. Anzi, punto a 50 e 50».

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