Asili, 230 mamme e papà: «Non togliete le suore»

La Città dei Bimbi e il Millecolori di Bressanone attaccano le maestre precarie: «Le sorelle? Ottime insegnanti di tedesco e fanno parte dell’offerta formativa»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Sono centotrenta genitori della scuola dell’infanzia Città dei bambini, più altri cento e passa del Millecolori di Bressanone. Hanno sottoscritto una petizione rivolta all’assessore provinciale alla scuola Tommasini: un accorato appello affinché le loro insegnanti di tedesco restino: «Lasciateci le nostre suore».

La missiva nasce in risposta alla rivolta delle precarie contro le suore-maestre. Il tema di fondo è la preoccupazione dovuta in grande parte alla diminuzione delle classi italiane a favore delle tedesche. «Si tratta - si legge nella petizione - di perdere posti di lavoro e è giusto preoccuparsi». La soluzione proposta dalle precarie, però, «è eliminare la recente esperienza mai sufficientemente plaudita di inserimento di insegnanti tedesche in alcuni asili italiani a meno che le scuole tedesche non assumano altrettante insegnanti italiane». È forse una questione sindacale, «ma certo non riguarda il futuro delle scuole e dei nostri figli».

Il futuro delle scuole italiane «sta proprio nell'offrire un insegnamento giocoso bilingue; insegnamento che nella nostra esperienza quotidiana è graditissimo dai bimbi e che le maestre “tedesche" esplicano con professionalità e amore, ponendo le radici di un reale multiculturalismo». Anzi è solo così che «la materna italiana può stare sul mercato e competere con la scuola tedesca in offerta di servizi e in professionalità, non perdendo perciò classi». Si aumentino le insegnanti o assistenti di lingua, nonché le ore, «altro che toglierle». La soluzione proposta «dalla portavoce Rella è o la reciprocità oppure “muoia Sansone con tutti i filistei”». Bene, si prosegue, «noi non la pensiamo affatto così; non ci pare acuto tornare al trasporto a buoi per eliminare l'inquinamento dei treni». In un paese nel quale ahimé i telegiornali sono delle specie di bollettini di guerra, tra incompetenza e malefatte, «vogliamo per una volta parlare di qualità e di merito e di impegno? Le nostre scuole ci soddisfano pienamente, i bambini non rinunciano a un giorno di asilo neanche a legarli, l'insegnamento è assolutamente molteplice, sfaccettato, sorridente, italiano, tedesco».

In questo contesto «le suore svolgono come tutte il loro ruolo con competenza, impegno materno, dedizione assoluta».

Peraltro, «le suore fanno parte dell'offerta formativa! Molte famiglie le chiedono come insegnanti vedendo in loro delle qualità specifiche: sono un di più, non un di meno! Forse perdendole perderemmo delle classi!»

Non spetta ai genitori infilarsi in questioni di diritto sul se sia giusto o no riservare dei posti per le suore. «Ci limitiamo - si conclude nella petizione - a dire sulla opportunità di beneficiare fino che è possibile del loro contributo formativo, visto che siamo orgogliosi delle nostra Europa e della sua storia».(da.pa)

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