Asili, crescono gli iscritti La sfida è il bilinguismo

Alunni a quota 3.500: gli stranieri nel capoluogo sono saliti al 40 per cento In organico 600 insegnanti (anche part-time) per coprire 500 posti


di Alan Conti


BOLZANO. Puntano tutte verso l’alto le statistiche della scuola dell’infanzia provinciale che si appresta a iniziare il nuovo anno scolastico. Più iscritti, più stranieri, più insegnanti e più ore di tedesco per raggiungere vari obiettivi. Vale, però, anche l’equazione: più sfide da affrontare nell’integrazione, più famiglie da coordinare e più aspettative sulla formazione linguistica.

Questo, dunque, il quadro in cui è cominciata l’attività con un affollato convegno tenuto al teatro di piazza Verdi e dedicato proprio al rapporto educativo con le famiglie.

È qui che l’ispettore scolastico Gianfranco Cornella (che lascerà quest’anno il posto a Silvano Trolese) snocciola il quadro numerico. «Gli iscritti sono 3.500, le insegnanti sono fisicamente 600 per coprire 500 cattedre al netto dei vari part-time. Per quanto riguarda gli stranieri, invece, la percentuale complessiva sul territorio provinciale è del 25%».

Che non significa che ci sia una spalmatura uniforme. «No, la distribuzione è varia. In alcune zone di Bolzano, per esempio il Centro storico, arriviamo a toccare anche quote del 40%. Per il capoluogo, infatti, vale il principio della territorialità e gli stranieri che trovano residenza in questo rione sono generalmente di più. Questo si riflette sulla distribuzione nelle varie sezioni».

A questo punto, dunque, diventa fondamentale il concetto di integrazione ed inserimento a vario livello. Nella categoria “stranieri”, infatti, rientrano varie sfumature: dai bimbi arrivati in Italia da pochissimo con background migratorio agli alunni di seconda generazione. Già dal punto di vista della competenza linguistica (che poi è il discrimine più forte) la differenza è abissale e le tecniche di formazione ed inserimento diverse.

Legate alle lingue, come sempre, sono anche le sfide formative del bilinguismo. O anche trilinguismo a volerci aggiungere l’inglese. «La proposta formativa plurilingue comincia già a partire dai tre anni - spiega l’assessore provinciale alla scuola Christian Tommasini - e oltre agli insegnanti di madrelingua tedesca e all’appalto assegnato ad un’agenzia formativa quest’anno abbiamo potenziato ulteriormente il monte ore. Tutto possibile grazie ad alcune nostre insegnanti madrelingua o mistilingui che hanno frequentato a loro volta la scuola tedesca seguendo un apposito corso di formazione». Il binario, dunque, è doppio: da una parte ci si appoggia ad aiuti esterni (e l’appalto all’agenzia ha fatto storcere qualche naso tra le maestre) e dall’altra si specializza l’organico di dotazione provinciale.

«Su questa strada intendiamo proseguire anche per quanto riguarda la lingua inglese» ha rafforzato il concetto la sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei.

Intanto la scuola dell’infanzia italiana provinciale dimostra uno stato di salute piuttosto florido o quantomeno una capacità d’attrattiva sempre maggiore. Anche quest’anno, infatti, le iscrizioni sono cresciute di 100 unità confermando un trend che da diversi anni ormai è in atto. Da una parte, infatti, gli asili italiani sono preferiti dalle famiglie straniere e dall’altra non è escluso che diversi genitori tedeschi decidano di mandare i propri figli nelle scuole italiane. La strada del bilinguismo precoce fai da te rimane battuta.

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