Asili tedeschi, il Pd comunale dice no

L’assessora Franch: «La Provincia non ci ha chiesto nulla, ma le sezioni le organizziamo noi». Di Fede: «Fuga dalla realtà»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Provincia programma la stretta sulle iscrizioni alle scuole materne tedesche per i bimbi italiani e stranieri. L’annuncio arriva senza avere coinvolto il Comune. È tutta una questione interna alla Svp. Nel Pd comunale c’è il gelo sulle linee anticipate dall’assessore Philipp Achammer. L’assessore provinciale Christian Tommasini nei giorni scorsi ha preferito evitare polemiche con la Svp. «La cosa importante è che non venga toccato il diritto di scelta delle famiglie», ha detto Tommasini, rilanciando, «la scuola trilingue c’è, ed è la scuola italiana. Dobbiamo comunicare meglio questo messaggio». Ma al Pd non basta, mano a mano che si profilano le strategie per scoraggiare le iscrizioni dei bimbi non di madrelingua (colloqui solo in tedesco con i genitori, scelta della scuola decisa dalla Provincia).

LA RABBIA NEL PD. L’assessora Monica Franch (Pd) ha la delega alle scuole materne: «La Provincia ha la competenza sulla docenza e sulle iscrizioni. Ma il Comune deve gestire le strutture e le mense. Trovo incredibile che venga annunciata una riorganizzazione così importante, senza discuterne da subito con noi. A Bolzano abbiamo circa 3 mila bambini alle materne. Di questi il 51% alle scuole italiane e il 49% alle tedesche. Se oltre il riequilibrio delle presenze nelle sezioni, l’obiettivo è scoraggiare le iscrizioni dovremo ripensare gli spazi. E non parlano con noi?». L’assessore comunale Luis Walcher è uno degli sponsor della linea «troppi italiani nelle nostre materne». Monica Franch gelida: «Lasciamo i genitori liberi di scegliere, lasciamo in pace i bambini. Non è alla scuola materna che si imparano le lingue. E il mio Pd si batta per la piena libertà». Irritato anche Sandro Repetto, il secondo assessore comunale del Pd: «C’è una modifica della società, che va affrontata. I problemi non si risolvono con un gruppo che pone limiti all’altro. In alcune sezioni delle elementari italiane abbiamo il 20 per cento di bambini di origine straniera, ma stanno aumentando anche nella scuola tedesca. Poi c’è la forte richiesta di plurilinguismo che arriva dalle famiglie italiane. È corretto che la Svp segnali un disagio, ma la soluzione va trovata insieme». Irritata anche la segretaria Liliana Di Fede: «È inutile lottare contro la realtà. Siamo una società plurilingue e ai genitori va garantita libertà di scelta. Se la richiesta forte dei genitori è una scuola trilingue, a quella bisogna rispondere, senza divieti. Buoni esempi ci sono. Proseguiamo. I genitori devono essere considerati partner, non soggetti da cui difendersi». Dal Pd si fa sentire anche Franca Berti: «Sono testimone dell'ottimo funzionamento della scuola pur l'infanzia in lingua italiana per il lavoro di supervisore che svolgo con le coordinatrici. Un lavoro di alto livello psicopedagogico con una grande attenzione ai bisogni dei singoli, che si realizza anche con un capillare lavoro con le famiglie. Genitori di lingua tedesca scelgono la materna italiana proprio per le sue eccellenze. Anche in queste scuole ci sono genitori stranieri (parecchi) non in grado di usare in modo fluente la lingua italiana, ma personale formato è in grado di far fronte anche a questo». E conclude così, su Facebook, la ex consigliera: «La Svp deve rendersi conto che non è quella indicata da alcuni suoi politici la soluzione. Forse dovremmo pensare a scuole mistilingui senza pensare di fare in eterno "i panda della cultura" per preservare un'identità. Su questo bisogna ormai riflettere».

IL CENTRODESTRA. Il sindaco di Laives Christian Bianchi segnala il rischio che la stretta della Svp possa tradursi anche nel travaso massiccio di bimbi stranieri nella scuola italiana: «Sono d'accordo che gli italiani debbano avere una scuola, italiana, autonoma, forte, capace di creare una futura generazione trilingue, evitando ai bambini italiani di essere iscritti all'asilo e alla scuola tedesca, in caso di genitori senza alcuna competenza linguistica, in quanto questo penso crei difficoltà per il futuro del bambino. Sono però attento alla questione degli extracomunitari, che non devono essere scaricati sulle spalle della scuola italiana».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità