«Asili tedeschi, no alla schedatura etnica»
Protesta in piazza Magnago contro l’iscrizione centralizzata per «dosare» i bimbi italiani e stranieri
BOLZANO. Hanno sventolato vecchi calzini in Piazza Magnago, davanti a Palazzo Widmann, per dire no «a idee antiquate, come questi calzetti». Poi hanno fatto «suonare» i mazzi di chiavi, «perché le porte vanno aperte, non chiuse. Stiamo parlando di bambini». Una ventina di persone hanno partecipato ieri pomeriggio al flash mob organizzato dai Verdi di Bolzano per protestare contro la centralizzazione delle iscrizioni alle scuole materne tedesche. È così che, in assenza del parere del garante della privacy, una commissione unica potrà organizzare intanto i gruppi delle classi, «dosando» la presenza di alunni italiani e stranieri. Corinna Lorenzi e Tobias Planer, i portavoce cittadini, protestano: «I genitori dovranno firmare una autocertificazione sulle competenze linguistiche dei figli? In quale forma avverrà questa "auto-dichiarazione" e quali conseguenze avrà per i bambini? Chi deciderà quali sono le "conoscenze adeguate"?». Aggiunge Corinna Lorenzi: «Non sono scuole “tedesche”, ma scuole in lingua tedesca, cui tutti hanno diritto di accedere». Si è arrivati al paradosso di alcune classi con l’80% di bimbi non di madrelingua. Lorenzi: «Si investa allora per avere più classi e più personale». Rosina Ruatti parla di «situazione inconcepibile». In piazza anche Luca Di Biasio (Liberi e uguali) e Cornelia Brugger, che insegna in una scuola materna tedesca: «Ai genitori verrà chiesto quale lingua parla il bimbo e quanto è in grado di comunicare con le maestre. Bimbi italiani di un quartiere potranno finire dalla parte opposta della città. Il problema non saranno solo i disagi per le famiglie. Ciò significherà sradicare gli alunni dal loro quartiere, che è il luogo in cui è importante avere amicizie». L’assessore Christian Tommasini ribadisce: «Escludo che il garante possa autorizzare ogni minima forma di utilizzo di dati sensibili. Evitiamo pasticci e destiniamo le risorse a un buon sostegno linguistico nelle scuole».