Asili trilingui contro la «fuga» dei bimbi

L’assessore Tommasini: «Bene il primo anno di rodaggio, confermiamo l’inglese in tutte le sezioni, accanto al tedesco»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Cantano in tedesco «wir sind die Kinder von Raggio di Sole», cantano in rap, in inglese, che «la porta è the door». Giocano e cantano i bambini della scuola dell’infanzia di via Genova, e intanto imparano le lingue. Di più, si appropriano delle diverse fonetiche, saltano da una lingua all’altra perché «non è più il tempo del plurilinguismo per dovere e per necessità. È tempo di diventare plurilingui con leggerezza, perché piace e ci fa stare meglio tutti insieme», riassumono insegnanti, sovrintendente Nicoletta Minnei e assessore Christian Tommasini.

Al Raggio di Sole è stato presentato ieri il bilancio delle scuole per l’infanzia di lingua italiana. Si è chiuso il primo anno di rodaggio dell’introduzione dell’inglese in tutte le sezioni della provincia. Un’ora alla settimana gratuita, dopo le sperimentazioni per pochi dei primi anni. Il tedesco entra nelle materne con 5 unità orarie alla settimana, sempre con l’approccio ludico. Rodato il progetto, l’inglese viene confermato: riguarda 172 sezioni in 57 scuole per un totale di 3500 bambini.

Mentre la Svp di Bolzano studia le misure per frenare la presenza di bambini italiani nella scuole per l’infanzia tedesca, la scuola italiana punta sul trilinguismo precoce per frenare l’esodo. «Qualcuno diceva, e dice ancora purtroppo, che bisogna iniziare tardi lo studio della seconda lingua, per non compromettere l’apprendimento ottimale della madrelingua», esordisce Tommasini nel cortile della scuola dell’infanzia «Raggio di sole», «sono opinioni nettamente smentite dagli studi scientifici. La realtà è che funziona nel modo opposto: l’apprendimento precoce è il migliore e non compromette la madrelingua. Al contrario, è provato che gettarsi nella terza lingua alleggerisce il peso sulla seconda e che i bambini trovano giovamento anche nella madrelingua».

Di trilinguismo precoce e giocoso hanno parlato ieri le ispettrici Manuela Pierotti e Carlotte Ranigler, le insegnanti Donatella Granata, Renate Rauter e Chiara Bortolameolli.

«Ho quattro bambini piccoli. L’ultimo ha iniziato l’inglese e già mi corregge la pronuncia», ha raccontato la mamma Christine Belinazzi. I genitori sono fondamentali, insistono le insegnanti». Il messaggio è: le famiglie non deleghino alla scuola in toto l’apprendimento linguistico.

«Parliamo un po’ in tedesco a casa, guardiamo un cartone animato, leggiamo un libro,tutto aiuta», dice Tommasini, «è importante che i bambini non percepiscano un blocco dei genitori verso il tedesco».

Le insegnanti delle scuole per l’infanzia di lingua italiana sono in fibrillazione per la previsione di quindici tagli all’organico dal prossimo anno scolastico. Il 10 maggio un flash mob in piazza Magnago ha visto insegnanti dei tre gruppi linguistici protestare insieme. Il taglio servirebbe per garantire un aumento di 15 insegnanti alle scuole superiori. Tommasini sta lavorando per stemperare le preoccupazioni: «Questa settimana debutterà un gruppo di lavoro che abbiamo organizzato coinvolgendo direttamente alcune rappresentanti delle insegnanti, perché c’è stato un corto circuito comunicativo».

Tommasini conferma la necessità di garantire 15 professori in più alle scuole superiori. Il suo impegno è «per evitare ogni contraccolpo sull’attività didattica nelle scuole per l’infanzia». In assessorato e intendenza scolastica stanno studiando le misure più opportune perché «il budget non ci consente di assumere 15 professori aumentando la spesa. Dobbiamo limare e riorganizzare», spiega Tommasini, «Si può intervenire sul settore amministrativo e si può pensare anche a qualche riorganizzazione nel modello delle scuole per l’infanzia. Di certo non accadrà ciò che temono le insegnanti: nessuna di loro si troverà per ore da sola con 25 bambini».

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