Aslago, alloggi Ipes per 14 milioni di euro

Iter lento ma si procede: verranno realizzati alla ex casa del giovane lavoratore. Fermi gli altri progetti



BOLZANO. Il cronoprogramma dell’Ipes sulle aree di Bolzano prevede un avanti adagio, ma comunque avanti. Saltato il bando dell’area di via Resia implicata nel affaire Dalle Nogare sul capoluogo cominciano ad addensarsi i nuvoloni della preoccupazione per lo sviluppo di un’edilizia sociale sempre più affamata. Alcune certezze, però, nell’Istituto sembrano esserci e il presidente Konrad Pfitscher con il direttore responsabile dell’area tecnica Gianfranco Minotti, prova a dispensarle. “L’area che potrebbe portare sviluppi positivi al più presto – spiega Pfitscher – è certamente quella del Lehrlingsheim o Josefheim ad Aslago. Si parla di alloggi con un iter già piuttosto delineato”. Mancano alcuni passaggi politici come conferma l’assessore comunale all’urbanistica Maria Chiara Pasquali: “Dobbiamo operare una variazione urbanistica e abbiamo intenzione di farlo velocemente per liberare questa risorsa”. Ottenuta la modifica, l’Ipes potrà partire con un appalto integrato che prevede un progetto preliminare come materiale di gara e la realizzazione dell’esecutivo da affidare all’azienda che vince. Il costo totale dell’intervento non supererà il tetto dei 14 milioni di euro, mentre sulla tempistica c’è un certo ottimismo nel prevedere già il 2014 come approdo naturale dell’avviamento dell’iter. Percorso ingarbugliato ma che potrebbe, curiosamente, avere un’accelerata appropriata nei prossimi mesi. L’opera di Aslago, però, non può evidentemente bastare in una città in fase di espansione e con aumento delle famiglie in difficoltà e Pfitscher ne è consapevole. “Abbiamo altri tre tavoli su cui stiamo lavorando ovvero la residenza dei Tre Gobbi, un’altra area in fase di dismissione a Maso della Pieve e il parcheggio della pizzeria Metro”. Andiamo con ordine e analizziamo le reali prospettive con Minotti. “La casa dei Tre Gobbi è nostra e oggi svolge comunque una funzione sociale. L’idea è quella di trovare una sistemazione alternativa all’utenza che vi risiede, immigrati lavoratori, per realizzare 16 alloggi nuovi. Qui le questioni su cui riflettere sono due, sociale e di finanziamento, ma è anche la meno urgente”. Più pressante, invece, la nuova area di Maso della Pieve: “Dico solo che si tratta di un terreno di un’azienda che si sposterà a Bolzano Sud lasciando libero lo spazio. Speriamo davvero che la situazione si possa sbloccare in fretta, ma ancora non ci sono determinazioni ufficiali”. Più avanti, infine, l’iter del parcheggio Metro. “Qui abbiamo già un contratto per l’acquisizione ma ci imbattiamo nel solito scoglio del finanziamento. Dobbiamo aspettare la copertura”. Ad aspettare i denari provinciali non si rischia di rimanere impantanati? “Direi di no – ribatte Pfistcher – perché comunque l’Ipes su tutto il territorio ha un piano quinquennale di realizzazione di nuovi alloggi. Ogni anno ne sono previsti 80 da avviare come iter e con un massimo di 7 cantieri. Evidente come già l’intervento allo Josefheim rappresenti qualcosa di impattante perché occupa una buona parte delle previsioni annuali. L’obiettivo è quello di rimanere equilibrati sul territorio. Il tutto con un lavoro di risanamento che sta dando buoni frutti e ci aiuta a mantenere la disponibilità su livelli accettabili”.

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