BOLZANO. «Mi sono stufato di firmare le lettere di precettazione per il personale che opera all’interno delle case di riposo, in particolare operatori socio-sanitari e operatori socio-assistenziali: voglio dare un’accelerata ai concorsi e regolarizzare queste persone. Ci costerà un po’ di più, ma è giusto che sia così: non si può pretendere che delle persone vivano e lavorino in una situazione di continua precarietà». Della questione il sindaco Renzo Caramaschi ieri ha parlato in giunta comunale: adesso è in attesa di un dettagliato reso conto chiesto dalla direttrice dell’Azienda Michela Trentini, per conoscere il numero esatto dei precari e capire come si intende muoversi.

Ciò che rende difficile trasformare contratti a termine, che periodicamente si rinnovano, in contratti a tempo indeterminato è la mancanza del patentino di bilinguismo, requisito necessario per lavorare nel pubblico impiego in Alto Adige.

«Troveremo una soluzione - assicura il sindaco - bandiremo i concorsi dando alle persone un po’ di tempo per ottenere l’attestato di bilinguismo, condizione indispensabile per perfezionare il contratto».

Restando sempre nel settore del personale, la giunta sta rivedendo la pianta organica alla luce delle esigenze della macchina amministrativa.

«Abbiamo bisogno di rinforzi - spiega il sindaco - all’Urbanistica anche per le novità introdotte dalla legge urbanistica provinciale; oltre che in un settore come le finanze, vista la complessità delle norme in materia di bilancio. Per cui quando vanno in pensione i livelli più bassi, l’idea - ammesso di trovarli cosa per altro non facile - è di sostituirli con laureati. Ovvero con le figure di cui avremo sempre più bisogno nel prossimo futuro».

Negli ultimi anni inoltre in Comune c’è stata una seppur leggera inversione di tendenza: il personale è passato dalle 1011 unità del 2015 alle 942 della fine del 2017. Ricordiamo che per la voce personale il Comune spende poco meno di 50 milioni di euro l’anno.

L’indicazione generale è di fare un’assunzione per ogni tre dipendenti che vanno in pensione.

«Non sempre però si riesce o si vuole rispettare questo rapporto, perché bisogna valutare caso per caso e tenendo conto che la burocrazia invece che diminuire continua ad aumentare».

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