Assedio smog, la colpa è di MeBo e A22
I picchi di biossido a Bolzano e Bressanone. Theiner: «Limitiamo la velocità». Preoccupa il benzopirene che è cancerogeno
BOLZANO. L’Autostrada del Brennero e la superstrada MeBo sono le due principali fonti di inquinamento a livello provinciale, prova ne sia che i valori del biossido di azoto sono oltre il limite di 40 microgrammi per metro cubo. I picchi si registrano a Bolzano e Bressanone (più di 60 microgrammi). Anche lungo la MeBo (e questa è una novità) – soprattutto a ridosso del capoluogo – i valori sono preoccupanti e sono equiparabili a quelli che si misurano a 30 metri di distanza dall’A22. La ragione è semplice: sono le due arterie più trafficate.
Un altro inquinante problematico per la salute è il benzo(a)pirene visto che si tratta di una sostanza cancerogena. «Per questo inquinante - ha spiegato Luca Verdi, direttore del laboratorio provinciale di chimica fisica - non c’è un valore limite, ma un valore obiettivo (media annuale di 1 microgrammo). Il valore più alto è stato misurato alla stazione di Laces (3,6 ng/m³) ma anche a Bolzano siamo oltre». Tutto sommato rassicuranti - e nei limiti - i dati su pm 10 e pm 2.5.
Gli sforamenti di biossido. «Il problema principale resta il biossido di azoto (NO2) nelle immediate vicinanze dell’autostrada ma anche nella conca di Bolzano», ammette l’assessore Richard Theiner. Il valore limite è di 40 microgrammi per metro cubo (µg/m³) come media annuale, ma vicino all’autostrada si arriva a 62 microgrammi. Ad Ora, ad una distanza di 30 metri dall’A22, siamo a 43 microgrammi, mentre a Bolzano in piazza Adriano si toccano i 40 microgrammi, comunque sempre a ridosso del limite. «Non intravediamo un trend di riduzione delle concentrazioni e quindi dobbiamo intervenire», ha spiegato l'assessore.
La giunta dà la colpa a Roma. Theiner ha sottolineato che sarebbe opportuno ridurre (da subito) i limiti di velocità da 130 a 100 chilometri orari - come prevede anche il progetto sperimentale BrennerLec, finanziato con fondi europei - ma il Governo non ci sente. La giunta, anche per questo, «non si sente responsabile degli attuali livelli di inquinamento». «Le trattative al tavolo tecnico di Roma proseguono a singhiozzo e non è sempre possibile contare su una collaborazione attiva», ha sottolineato il direttore dell’ufficio aria e rumore Georg Pichler che partecipa al Comitato in rappresentanza dell’Appa.
Migliorano le polveri sottili. Rassicuranti, nonostante gli sforamenti della scorsa settimana a causa dell’aria sporca proveniente dalla Pianura Padana, i dati sulle pm10 e sulle pm 2,5 (entrambe sotto i limiti). Gli sforamenti, nel corso di un anno, sono stati complessivamente 35 (un numero relativamente basso rispetto al resto d’Italia). Il valore medio annuale più alto di pm10 misurato nella nostra provincia è di 20 microgrammi (invia Claudia Augusta a Bolzano). In quest’inizio del 2017, nei giorni più critici, si è arrivati a 80-100 microgrammi.
A differenza del biossido di azoto, causato in larga misura dal traffico motorizzato, il 65 per cento delle polveri fini viene generato dalla combustione domestica. «Per contribuire alla riduzione delle pm10 gli altoatesini dovrebbero imparare ad utilizzare correttamente la stufa o il camino a legna», ha sottolineato Pichler. Il mezzo più efficace per abbattere le polveri sottili resta, peraltro, il vento.
Benzopirene: come ridurlo. Il benzo(a)pirene si forma a causa di una cattiva combustione della legna nelle stufe. Come per le polveri fini, anche in questo caso, la buona combustione della legna, oltre all’utilizzo di legna non trattata e ben essiccata, è il modo più efficace per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Per contribuire a risolvere il problema è stata annunciata la campagna informativa «Riscaldare con la legna ... ma bene» a cui possono aderire tutti i Comuni interessati. «In gioco - ha concluso Theiner - c’è la nostra salute».
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