Assessorato unico, la cultura dice no

Ragaglia e Bernardi: «Salviamo le peculiarità dei tre gruppi». Meno resistenza sulla scuola. Frena: «La proposta è del Pd»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Mentre il Pd e la Svp si contendono – con Antionio Frena e Dieter Steger – la paternità della proposta dell’assessorato unico per scuola e cultura i rappresentanti del mondo dell’associazionismo e della scuola si dimostrano tiepidi (nel migliore dei casi), se non addirittura freddini o gelidi. Le (poche) aperture vengono, in ogni caso, dal mondo della scuola. Il direttore del Teatro stabile Marco Bernardi non condivide quest’impostazione. «Diciamo che non ne capisco la ragione. E poi non può essere solo la spending review a governare ogni decisione in ambito politico e culturale. La nostra ricchezza è data anche dalla diversità delle culture e l’idea di arrivare ad un ridimensionamento per i tre gruppi non mi piace molto». Seppur con motivazioni diverse anche Letizia Ragaglia, direttrice del Museion, respinge l’idea al mittente. «Ho fatto elementari e medie in tedesco e il liceo in italiano. Mia mamma è un’altoatesina di lingua tedesca e mio padre un sardo e quindi sono assolutamente a favore di una società multiculturale. Il mio sogno è sempre stato un assessorato unico, ma i tempi non sono maturi. Dobbiamo cercare di fare più cose assieme, ma salvaguardando le peculiarità dei tre gruppi».

Alberto Sigismondi, presidente del Circolo culturale «Gentile», fa un passo indietro. E ricorda come qualche anno fa l’ex vicesindaco di Bolzano Pichler Rolle si battè a lungo per garantire al gruppo tedesco una propria autonomia all’interno dell’assessorato alla cultura. «Oggi la direzione è unica ma entrambi i gruppi in Comune hanno la loro autonomia e possono salvaguardare le rispettive diversità. Il mio timore, qualora passasse l’idea dell’assessorato provinciale unico, è che il gruppo di minoranza finisca per essere assimilato». Al coro di «no» si unisce anche Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore: «Alcune operazioni che appaiono a prima vista un omaggio alla convivenza, un inno al superamento di vecchie logiche di divisione possono in realtà dimostrarsi autentiche trappole: l’unificazione degli assessorati può portare alla progressiva espropriazione di competenze e ruoli vitali per la Comunità più debole».

Il partito dei favorevoli è guidato dall’ex segretario provinciale del Pd Antonio Frena: «Sono sicuro - sottolinea in un tweet - che la proposta rivoluzionaria di fondere gli assessorati alla cultura l’ha fatta il Pd altoatesino. Vero Dieter Steger?». Per il docente universitario della Lub Siegfried Baur «si può arrivare ad un’Intendenza unica a scuola, con un triennio plurilingue alle superiori per tutti, ma in ambito culturale è un’utopia». Favorevole, invece, Mirca Passarella dirigente della scuola Manzoni: «Non mi scandalizzerei, a patto che ci fosse un’alternanza al vertice tra i tre gruppi. L’assessore designato non dovrebbe avere una visione monolitica e unilaterale, ma rispettare i tecnici delle scuole, la storia e le sperimentazioni già fatte. Si potrebbe andare così verso un plurilinguismo diffuso».

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