Assist a Caramaschi Vettorato: sì al ticket d’ingresso per i turisti 

Lotta all’inquinamento. Dopo le pm10, è il biossido il nuovo fronte aperto. L’assessore  provinciale all’ambiente apre alla linea del sindaco: «Servono più trasporto pubblico e mezzi ibridi o a metano». E prefigura un giorno di stop a settimana per le auto private


Paolo Campostrini


Bolzano. È il biossido il nuovo fronte. Che da un paio d'anni si stabilizza, al massimo rallenta un po' ma non cede. E' sempre lì, a far paura: «C'è bisogno di interventi» dice Luca Verdi, dell'agenzia per l'ambiente. L'n02 morde nelle città: a Bolzano, Laives, Merano. E a Bolzano, è via Roma la trincea. Con linee d'emergenza da ponte Roma a corso Italia. E poi in Zona. La colpa? Il traffico. Le troppe auto. «Serve puntare sul trasporto pubblico e sui mezzi ibridi o a metano» risponde Giuliano Vettorato.

Ma, assessore, a Bolzano il Comune vorrebbe più misure, ad esempio i ticket d'ingresso per i pendolari. Che risponde? «I ticket per i pendolari li vedo complicati - dice il vicepresidente della giunta - ma non vedo invece male altri ticket. Penso a quelli per i turisti. In certi periodi dell'anno sono loro a invadere...». Dunque, una cauta apertura ai blocchi in entrata, più volte evocati da Renzo Caramaschi come misura d'emergenza se gli inquinanti non calassero. In effetti scendono. Di molto le polveri sottili, secondo il report 2019 dell'agenzia per l'ambiente. Le pm10 per tanto tempo sono state lo spauracchio. Poi, una decisa pressione sulla qualità dei propulsori le ha parzialmente sconfitte. Ma è emerso il biossido. In Alto Adige si registra ormai da molti anni un costante superamento dei 40 microgrammi per metro cubo, che costituiscono il valore limite annuale dell'no2. "Purtroppo abbiamo registrato superamenti vicino all'autostrada a22 e presso le strade più trafficate dei maggiori centri. A Bolzano, in via Kennedy a Laives, a Merano e Bressanone". In questi casi all'inquinante si aggiunge l'effetto "canyon". Si verifica laddove la particolare conformazione urbana degli edifici , case alte e strade strette, fa si che gli inquinanti si concentrino negli strati più bassi ostacolando il ricambio d'aria. Un imbuto. Certo, c'è stato un progressivo calo di no2 sia nel 2018 che nel 2019 ma pare che il merito sia soprattutto degli inverni caldi e ventosi. E poi le rilevazioni annue non offrono il reale senso del problema che invece appare pesantemente in giornate particolari, oppure si concentra in assi specifici del traffico urbano. In via Roma, a ponte Roma e nella zona del Twenty, Bolzano offre il peggio di se in termini di qualità dell'aria. Come in centro a Laives o a Merano. Ancora nel capoluogo, che è il collettore quotidiano di 90mila pendolari tra entrata ed uscita, sono in emergenza come sforamenti anche via Druso, corso Libertà, via Palermo, anche se in misura minore. E poi la Zona, con picchi rilevabili in via Buozzi e in via Galvani. Qui, dunque anche a Bolzano sud, si concentra il traffico di chi proviene dalla Bassa Atesina o dall'Oltradige, ovvero il flusso costante dei mezzi da e per la zona industriale dal centro. Dove l'asse di via Roma è la principale direttrice di penetrazione urbana nei due sensi. A questo punto, molti hanno chiesto una riflessione sulle politiche di freno al traffico. Che sono tuttavia spesso contestate: si pensi alle ztl in possibile estensione, alle strade a traffico limitato, al tram, alle ipotizzate limitazioni orarie o ai ticket per i pendolari. La strategia d'attacco della Provincia, dunque, tiene ora conto dei dati ma anche delle resistenze delle periferie. E dunque Vettorato invoca "un cambio di mentalità complessivo, in cui si possa privilegiare il trasporto pubblico sostenibile e anche comportamenti virtuosi nel riscaldamento". Prefigurando anche la eventualità " di un fermo settimanale del traffico, o una sua limitazione nei grandi centri". In ogni caso è il traffico privato il principale indiziato. "Ora avvieremo il blocco anche degli euro 4" anticipa Vettorato. Il quale sbarramento tiene conto anche di leggi nazionali: "Altrove sono già arrivati anche al blocco degli euro 5, dunque non lamentiamoci" dice allargando le braccia l'assessore. Che sarà di difficile applicazione negli altri centri, spesso attraversati dalle statali sulle quali è impossibile applicare i divieti degli euro. Ma a Bressanone via degli Alpini sfora, come pure Varna. A Laives , via Kennedy: A Merano via Rezia è oltre i limiti, via delle Corse li tocca, anzi li sfiora. Sono dunque le città a soffrire. E Bolzano, in particolare, meta di migliaia di pendolari. Ora, passate le elezioni, il tema sarà sempre più la salute dei cittadini. E' quello che sperano all'agenzia per l'ambiente.













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